A 50 giorni dalle elezioni la Francia non ha ancora un primo ministro, Macron ci prova con Cazeneuve

02.09.2024
A 50 giorni dalle elezioni la Francia non ha ancora un primo ministro, Macron ci prova con Cazeneuve
A 50 giorni dalle elezioni la Francia non ha ancora un primo ministro, Macron ci prova con Cazeneuve

L’ex socialista è in pole position, ma Nicolas Sarkozy potrebbe insistere per una figura di destra. Entro il primo ottobre va approvato il bilancio ma nessuno sembra disposto a votarlo

Mentre la Francia accoglie nelle classi 12 milioni di studenti per l’inizio dell’anno scolastico, il presidente Emmanuel Macron riprende le consultazioni per la nomina del primo ministro. Dai risultati delle elezioni legislative dello scorso 7 luglio sono passati quasi due mesi, ma l’Eliseo ha preferito attendere e scavallare l’appuntamento dei Giochi Olimpici prima di una decisione che risulterà in ogni caso controversa. Lunedì 2 settembre l’agenda di Macron è fittissima: di prima mattina c’è stato l’incontro con Bernard Cazeneuve, il nome da tenere d’occhio per una nomina. Poi arriveranno gli ex capi di Stato François Hollande e Nicolas Sarkozy.

Le consultazioni, intensificatesi dopo la pausa estiva, puntano ad individuare un capo di governo che, a detta di Macron, possa incontrare il favore di una larga fatta di deputati, in un’Assemblea nazionale mai così frammentata. Il vero obiettivo del presidente sembra però essere quello di evitare a tutti i costi un governo guidato dalla sinistra radicale. Intanto l’Eliseo continua a lavorare assiduamente in Europa. Il 30 agosto Macron era in Serbia per un incontro sull’Intelligenza artificiale. Nel corso della visita il presidente serbo Aleksandar Vucic ha annunciato un accordo da 3 miliardi di dollari per l’acquisto di 12 aerei da guerra francesi, in un’azione volta ad allontanare il Paese balcanico dalla dipendenza dalle armi russe. 

La bocciatura di Macron per Lucie Castets

Macron si è finora rifiutato di concedere l’opportunità di governare al Nuovo Fronte Popolare, la coalizione che vanta il maggior numero di eletti pur non potendo contare su una maggioranza assoluta. L’inquilino dell’Eliseo ha escluso a prescindere la candidatura di Lucie Castets, una funzionaria di alto profilo proposta dalle formazioni del Nuovo Fronte Popolare (La France Insoumise, socialisti ed ecologisti). Macron ha giustificato la scelta parlando del rischio di una immediata bocciatura da parte dell’Assemblea Nazionale. Il presidente transalpino ha dichiarato di stare facendo “ogni sforzo” per “trovare la soluzione migliore per il Paese”. La sua strategia rischia però di esasperare ulteriormente gli animi dopo una battaglia elettorale intensa e polarizzata al massimo, che ha visto al secondo turno molti partiti compattarsi per evitare la vittoria del Rassemblement national, il partito di estrema destra guidato da Marine Le Pen e Jordan Bardella. 

Chi è Bernard Cazeneuve

Il nome più caldo per ottenere la carica di primo ministro è quello di Bernard Cazeneuve. Il politico, 61 anni, ha già esperienza di governo di alto profilo, essendo stato stato ministro dell’Interno all’epoca degli attentati jihadisti del Bataclan nel 2015, per poi rivestire il ruolo di primo ministro negli ultimi mesi del quinquennio guidato François Hollande, presidente socialista tra il 2012 e il 2017. L’appartenenza politica attuale di Cazeneuve resta ambigua, dato che ha lasciato il Partito socialista nel 2022, a causa della sua opposizione all’alleanza con La France Insoumise, il partito della sinistra radicale, all’interno della Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale (Nupes). Cazeneuve è arrivato all’Eliseo alle 8.45 del 2 settembre e risulta il favorito nella short-list di Macron.

“Bernard Cazeneuve non si candida, ma se lo fa è per dovere e per evitare ulteriori difficoltà al Paese”, ha spiegato il suo entourage prima dell’incontro. Il presidente punta sull’ex socialista per creare un governo in cui il blocco centrista e liberale del suo partito rivesta un ruolo di primo piano, nonostante non sia uscito primo dalle urne. Il nome di Cazeneuve potrebbe garantirgli sia un tacito consenso da parte della destra e dell’estrema destra, che una frattura all’interno del blocco di sinistra. Nonostante la militanza di lunga data nelle fila dei socialisti, Cazeneuve rischia  di risultare divisivo per i suoi ex compagni di partito. L’attuale segretario del Ps, Olivier Faure, si è già detto contrario, visto che Cazeneuve “non ha ottenuto e nemmeno cercato l’appoggio del Fronte Popolare”. 

Chi è Xavier Bertrand, l’uomo di destra che piace a Sarkozy

Macron si è affidato ai consigli, almeno sulla carta, di due ex presidenti. François Hollande potrebbe provare a dissuadere Macron dall’insistere con la nomina di Cazeneuve, mentre Nicolas Sarkozy, ex presidente di destra potrebbe insistere per un altro nome: quello di Xavier Bertrand. Il politico di 59 anni, attuale presidente del partito di destra Les Républicains e di una regione del nord della Francia, sarebbe interessato alla nomina, ma il resto del suo partito non sembra intenzionato ad un’alleanza coi centristi. Il loro obiettivo sarebbe quello di arrivare alla presidenziali del 2027 in qualità di avversari di Macron, non come suoi alleati in una coalizione raffazzonata. Uno spiraglio nei confronti di Macron arriva invece dall’estrema destra, che potrebbe evitare il voto contrario al primo ministro frutto della sua nomina. Il Rassemblement national si dice però convinto di votare all’opposizione quando arriverà il momento di esprimersi sul bilancio, la cui proposta per il 2025 dovrà essere presentata entro il primo ottobre. La clessidra scorre inesorabile e il tempo di Macron per mettere d’accordo nuovi amici e vecchi nemici per un nuovo governo si assottiglia sempre di più.

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