Cosa vuole fare l’Europa per rispondere ai dazi di Trump

25.11.2024
Cosa vuole fare l'Europa per rispondere ai dazi di Trump
Cosa vuole fare l'Europa per rispondere ai dazi di Trump

In attesa dell’entrata in carica del nuovo presidente statunitense, a Bruxelles si sta studiando la strategia da adottare per evitare che si arrivi a una guerra commerciale (ma preparandosi all’eventualità)

L’Unione europea si sta già preparando all’eventualità di una guerra commerciale con gli Stati Uniti di Donald Trump. I ministri del Commercio dell’Ue questa settimana hanno avuto una prima discussione su come rispondere a un eventuale scenario in cui potrebbero essere imposti dazi fino al 20 per cento su tutte le esportazioni europee verso gli Usa, e i Ventisette hanno mostrato un’insolita concordia. “C’è ampio accordo tra gli Stati membri sul fatto che dobbiamo cercare di lavorare in modo pro attivo con l’amministrazione entrante nella relazione commerciale transatlantica”, ha spiegato al termine della riunione il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis.

Evitare lo scontro 

La linea scelta nell’incontro del Consiglio Ue Commercio di giovedì 21 novembre è quella di provare a evitare lo scontro e di offrire un ramoscello d’olivo, ma di prepararsi già al peggio, in modo tale da non farsi trovare impreparati in qualsiasi circostanza. Alla Commissione è stato dato mandato di lavorare per dialogare con l’Amministrazione entrante su un’agenda positiva, ma anche di studiare contromisure di rappresaglia commerciale concrete, pronte a essere utilizzate se e quando necessario.

Alcuni Stati membri vogliono che il blocco già inizi a discutere con il team di transizione di Trump, nella speranza di evitare problemi con il nostro più grande partner commerciale. Bruxelles sta valutando se vi siano aree in cui la cooperazione con gli Stati Uniti possa essere approfondita, come l’aumento delle importazioni di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti o un più stretto allineamento con Washington per affrontare insieme le sfide commerciali poste dalla Cina. “La Commissione è già in contatto con il team di Trump, nei limiti previsti dalla transizione negli Stati Uniti”, ha spiegato Eric Mamer, portavoce dell’esecutivo comunitario.

Ma farsi trovare pronti

Ma la Commissione sta anche stilando un elenco di potenziali obiettivi da colpire come ritorsione se Trump dovesse procedere con i dazi. “Se dovessimo assistere a nuove controversie commerciali o a misure rivolte contro l’economia europea o le imprese europee, dovremmo essere pronti a reagire in modo coordinato, preciso e proporzionato”, ha avvertito Dombrovskis.

La Polonia, che assumerà la presidenza di turno dell’Ue a gennaio, ha sottolineato la necessità di relazioni transatlantiche forti, soprattutto in materia di sicurezza. “L’Ue deve rimanere unita, ma anche proattiva nel proporre soluzioni all’amministrazione statunitense”, ha dichiarato il vice ministro polacco per lo Sviluppo e la Tecnologia Ignacy Niemczycki.

Futuro incerto

Le settimane che precedono l’insediamento di Trump, il 20 gennaio, saranno difficili sia per Washington che per Bruxelles. La decisione del repubblicano di nominare il finanziere miliardario Howard Lutnick come segretario al Commercio, ha lasciato incerto il ruolo futuro di Robert Lighthizer, il responsabile del Commercio al primo mandato e ideologo del protezionismo.

L’idea di Bruxelles è nel caso in cui le cose dovessero andare nella direzione sbagliata, bisognerà puntare a una ‘escalation per arrivare a una de-escalation’, nel tentativo di portare l’amministrazione Trump al tavolo dei negoziati per evitare di danneggiare l’economia di entrambi. Lutnick stesso in passato ha descritto i dazi come una “merce di scambio”, facendo pensare che alla fine anche il repubblicano in realtà preferirebbe trovare un accordo.

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