“E poi l’Europa resta fredda sui dazi: ‘Non propone accordi giusti, ne subirà le conseguenze'”

18.06.2025 06:35
"E poi l'Europa resta fredda sui dazi: 'Non propone accordi giusti, ne subirà le conseguenze'"

Le tensioni commerciali tra Europa e Stati Uniti: una situazione intricata

Si prospettava come una serata cruciale per definire un accordo, ma la realtà si è rivelata ben diversa. Donald Trump ha inaspettatamente abbandonato il G7 in Canada, accompagnato da una serie di accuse nei confronti di Emmanuel Macron, lasciando così in sospeso le speranze di un accordo sui dazi. La situazione si è ulteriormente complicata con la dichiarazione di Trump, che ha sottolineato che l’Unione Europea, al momento, non offre un “accordo equo” sui dazi, scatenando nuove preoccupazioni. “O troviamo un’intesa vantaggiosa o l’Europa pagherà un prezzo elevato,” ha avvertito, riaffermando il suo punto di vista secondo cui l’Unione è stata progettata per danneggiare gli Stati Uniti sul piano commerciale, riporta Attuale.

In questo contesto, il settore energetico ha subito un’impennata, influenzata dal crescente conflitto tra Iran e Israele. Al contrario, i mercati azionari hanno mostrato segni di nervosismo, segnando un calo dovuto all’incertezza in Medio Oriente e all’avvicinarsi della scadenza del 9 luglio stabilita da Trump per chiudere gli accordi sui dazi. Mentre il prezzo del petrolio Wti ha registrato un aumento di quasi il 3% e il gas ha chiuso con un rialzo sopra i 39 euro in Europa, le borse del Vecchio Continente si sono tutte ritirate, con Milano che ha visto un decremento dell’1,36%. Wall Street, pur contenendo le perdite sotto lo 0,50%, ha mostrato segni evidenti di preoccupazione tra gli investitori.

Le trattative sui dazi si stanno rivelando sempre più complicate. Tuttavia, l’incontro non previsto con Ursula von der Leyen durante il G7 ha aperto a nuove possibilità. Dopo il colloquio, la presidente della Commissione Europea ha dichiarato che è stata presa la decisione di incaricare i rispettivi team di “accellerare i negoziati per arrivare a un accordo giusto”. Gli Stati Uniti sono frustrati dalla lentezza con cui l’Europa sta operando, lamentando la mancanza di un interlocutore unico, un fattore che rende i negoziati complessi. A Bruxelles, i diplomatici continuano a lavorare instancabilmente nel tentativo di evitare che i dazi universali passino dal 10% al 50% in mancanza di un accordo. In caso di fallimento, l’Europa ha fatto sapere di essere pronta a utilizzare misure di ritorsione considerevoli.

Con Trump tornato urgentemente a Washington, il suo posto al G7 è stato preso dal segretario al Tesoro, Scott Bessent, il principale negoziatore sui dazi. Dopo aver concluso un’intesa quadro con la Cina, Bessent si sta concentrando su altri accordi per tutti i principali partner commerciali, assicurandosi di chiudere contratti entro la scadenza di luglio. La pianificazione per le possibili intese è densa di scadenze e opportunità da cogliere.

Recentemente, Trump ha completato un accordo con il Regno Unito, ma restano ancora in attesa accordi con altri partner commerciali significativi, non solo l’UE. Con la Cina, è stato raggiunto soltanto un accordo quadro, senza un vero e proprio protocollo per la riduzione dei dazi del 115%. Anche con il Giappone, sebbene i colloqui stiano continuando in sordina, le divergenze tra le parti rimangono ampie. Per complicare ulteriormente le negoziazioni, secondo gli analisti, ci sono i frequenti cambi di posizione di Trump, che comunica molte delle sue politiche tramite il proprio social, creando confusione e scompiglio tra i suoi interlocutori.

Da non perdere