Le verifiche delle amministrazioni locali contro frodi e difformità potrebbero ampliarsi ad alcune agevolazioni, come gli incentivi per l’abbattimento delle barriere architettoniche e il rifacimento delle facciate. Cosa sappiamo finora
IComuni italiani a caccia di irregolarità e frodi sui bonus edilizi, con controlli nei cantieri e incassi del 50% in caso di sanzioni. Potrebbero ampliarsi le competenze delle amministrazioni locali nella lotta ai raggiri e alle difformità in alcune agevolazioni edilizie previste dallo Stato. Ora gli enti locali potrebbero essere chiamati a svolgere non solo controlli sul superbonus, ma anche sul bonus barriere architettoniche e sul bonus facciate. In che modo, nel dettaglio? Cerchiamo di fare chiarezza.
La commissione finanze del Senato sta lavorando in questi giorni sulla legge di conversione del nuovo decreto superbonus: sono stati presentati diversi emendamenti al testo da parte di partiti di maggioranza e opposizione (Forza Italia, Lega, Partito democratico, Movimento 5 stelle, Alleanza verdi sinistra e Italia viva). Con un emendamento a prima firma Massimo Garavaglia, il Carroccio ha proposto di coinvolgere direttamente i Comuni nei controlli ai cantieri del superbonus, incentivandone la partecipazione con un riconoscimento del 50% delle somme e sanzioni eventualmente incassate. Adesso l’ipotesi allo studio è quella di andare oltre questo perimetro. Competenze allargate, dunque. Come spiega il Sole 24 ore, la maggioranza starebbe pensando di mettere nel pacchetto delle verifiche dei Comuni anche altre agevolazioni che presentano maggiori rischi di violazioni: tra queste, appunto, il bonus barriere architettoniche e il bonus facciate.
Il bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche è stato modificato dal decreto “salva spese”: fino al 2025 viene riconosciuta una detrazione Irpef del 75% sulle spese sostenute per la rimozione di ostacoli alla mobilità negli edifici, anche in assenza di disabili. Gli interventi in questione possono riguardare scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici. Il bonus facciate, cessato nel 2023, consisteva invece in una detrazione d’imposta del 90% delle spese sostenute nel 2020-2021 e del 60% di quelle nel 2022, per gli interventi finalizzati al recupero o al restauro della facciata esterna degli edifici di qualsiasi categoria catastale, compresi gli immobili strumentali (quelli utilizzati da una società o un’impresa in relazione allo svolgimento della propria attività economica e imprenditoriale).
Ebbene, l’ultima versione del provvedimento, atteso in Senato a metà maggio, parla di potenziare “l’azione di contrasto alle attività fraudolente relative all’indebita percezione e utilizzo di detrazioni” maturate con il superbonus. Ma nell’emendamento della Lega citato si legge anche di verifiche su “interventi relativi alle facciate degli edifici e per l’eliminazione delle barriere architettoniche”. Eventuali controlli mirati, con tanto di accesso in cantiere, sarebbero una novità assoluta per il bonus barriere architettoniche. Diverso il caso dell’agevolazione che riguarda le facciate degli edifici, già sotto la lente d’ingrandimento della guardia di finanza che più volte ha individuato operazioni fraudolente.
Vanno ancora chiariti alcuni punti, tuttavia. In primis bisogna definire quanta parte delle somme incassate per le sanzioni dopo i controlli andrebbe ai Comuni: al momento l’ipotesi è del 50%. Inoltre, gli uffici tecnici delle amministrazioni locali hanno poche possibilità di prendere in carico nuove attività, anche per via degli appalti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Solo col superbonus, gli accessi ai cantieri dovrebbero riguardare ben 494mila edifici: un numero molto elevato, destinato ad aumentare in caso di inserimento nei controlli anche del bonus barriere architettoniche e del bonus facciate. Nodi da sciogliere. Ne sapremo di più nelle prossime settimane.
Fonte: Today