I prodotti made in Italy a rischio per la guerra commerciale e i dazi Usa-Ue

13.03.2025
I prodotti made in Italy a rischio per la guerra commerciale e i dazi Usa-Ue
I prodotti made in Italy a rischio per la guerra commerciale e i dazi Usa-Ue

“È innegabile che la politica annunciata dall’amministrazione americana potrebbe danneggiare l’economia italiana”, ha detto il ministro Giorgetti. I possibili costi e la posizione del governo

I formaggi, l’olio e il vino a rischio. Non le nicchie del lusso. Dazi e contro dazi: la guerra commerciale in atto tra gli Stati Uniti e l’Unione europea rischia di avere pesanti conseguenze su alcuni prodotti made in Italy. L’allerta è alta, dopo le tariffe imposte su acciaio e alluminio dagli Usa, la risposta della Commissione Ue e la promessa di Donald Trump di rispondere. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, rispondendo ieri al question time alla Camera, ha detto che “è innegabile che la politica di introduzione di dazi annunciata dall’amministrazione americana potrebbe danneggiare l’economia italiana come quella europea e con effetto a catena il commercio globale”.

I prodotti più “vulnerabili”

Giorgetti ha aggiunto che “se fossi in grado di dirimere l’incertezza che in questo momento grava in termini geo-economici e geopolitici mi candiderei a diventare santo subito. Nessuno sa oggettivamente quello che ci aspetta”. Una cosa al momento sembra probabile: i dazi minacciati dal presidente degli Stati Uniti rischiano di penalizzare alcune produzioni made in Italy più competitive per il rapporto qualità-prezzo. Uno studio realizzato dalla società di consulenza Nomisma per Cia-agricoltori Italiani ha mostrato come, nel caso in cui la guerra commerciale tra Stati Uniti ed Unione Europea dovesse continuare, a soffrire potrebbero essere soprattutto alcuni dei prodotti più diffusi del settore agroalimentare italiano. Tra questi, ad esempio, svetta il pecorino romano: è infatti consumato perlopiù grattugiato ed è quindi più facilmente sostituibile con prodotti simili in caso di forte rialzo dei listini.

Con l’eventuale e ulteriore crescita delle barriere commerciali nel mercato statunitense, tra i prodotti più vulnerabili ci sarebbero anche il sidro di mele, gli oli e gli aceti. A soffrire sarebbero anche vini dop con prezzi di fascia media, come il prosecco: la corsa agli acquisti negli Stati Uniti, secondo la stima dell’Unione italiana vini, registrerebbe “quasi il 98% delle bottiglie italiane”. Secondo l’osservatorio Uiv, l’ultimo bimestre 2024 si è chiuso con un exploit di crescita del 20% del volume dell’export rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Considerando l’ipotesi di dazi al 25%, il danno per il settore del vino italiano potrebbe essere di circa 470 milioni di euro solo per gli effetti diretti della domanda dagli Stati Uniti, senza contare quelli indiretti sull’export globale che spostano il conto a quasi un miliardo di euro.

Per il presidente nazionale di Cia-agricoltori italiani, Cristiano Fini, “urge un’azione diplomatica forte per trovare una soluzione e non compromettere i traguardi raggiunti finora. L’export agroalimentare negli Usa è cresciuto del 158% in dieci anni e oggi gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato di riferimento mondiale per cibo e vino made in Italy, con 7,8 miliardi di euro messi a segno nel 2024”.

Cosa fa il governo

Cosa intende fare il governo? Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha detto che “sui dazi Usa condividiamo ogni strada che venga percorsa insieme dall’Unione europea. Stiamo collaborando per avere una posizione unitaria dell’Ue”. A provare a placare gli animi è stato anche il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, che ha ricordato come “sia con Trump che con Biden l’Italia ebbe non la fortuna, ma l’abilità di contrattare, e alcuni prodotti, ad esempio il vino, furono esentati dai dazi”.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, in un video pubblicato su X prima di partire per il G7 esteri in Canada, ha parlato di “notizie preoccupanti” che “arrivano anche sul fronte commerciale. Però ci auguriamo che alla fine si possa trovare una soluzione anche per quanto riguarda i dazi. Il governo è pronto con un suo piano, lavoriamo insieme all’Unione europea, ma noi siamo pronti a tutelare nel modo migliore possibile le nostre imprese. Il giorno 21 ci sarà infatti una riunione con le imprese alle quali spiegheremo quali sono le idee e le proposte del governo per meglio tutelarle sul palcoscenico internazionale”.

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