I “soldi di Putin” per aiutare l’Ucraina: via libera ai primi 1,4 miliardi

25.06.2024
I "soldi di Putin" per aiutare l'Ucraina: via libera ai primi 1,4 miliardi
I "soldi di Putin" per aiutare l'Ucraina: via libera ai primi 1,4 miliardi

Gli extraprofitti degli asset russi immobilizzati serviranno per armare Kiev, aggirando il veto dell’Ungheria. Approvato anche il nuovo pacchetto di sanzioni contro il Cremlino

Arriva dal Lussemburgo la luce verde per il nuovo atto della guerra economica dell’Ue contro la Russia di Vladimir Putin, in sostegno dell’Ucraina sotto attacco. I Ventisette hanno adottato il 14esimo pacchetto di sanzioni contro Mosca e, soprattutto, hanno sbloccato la prima tranche di fondi per Kiev “pagati” con gli extraprofitti derivanti dagli asset della Banca centrale russa immobilizzati in Europa.

Questi asset, pur restando fermi all’interno dei centri di deposito titoli dell’Ue, generano ogni anno ingenti interessi. La maggioranza dei Paesi Ue ha deciso di mettere le mani su questo tesoretto, che vale diversi miliardi, anche per bypassare i soliti veti dell’Ungheria. A differenza di quanto accade con i fondi Ue dello Strumento europeo per la pace (Epf dall’acronimo inglese), che Budapest sta bloccando da mesi, sugli extraprofitti non serve l’unanimità dei 27. “Il Trattato fornisce modi legali per andare avanti anche se qualche Stato membro non vuole partecipare”, ha spiegato l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione, Josep Borrell, aggiungendo che “abbiamo una procedura per avanzare evitando ogni forma di blocco da qualche Stato membro che non è parte della decisione”. 

Insomma, se l’Ungheria di Viktor Orbán non vuole “partecipare all’attuazione della decisione”, è libera di non farlo. Ma non potrà continuare a tenere fermi gli altri 26 Paesi del blocco. E infatti pare proprio che a Budapest non l’abbiano presa bene: stando ad alcune indiscrezioni giornalistiche, il governo magiaro è pronto per fare ostruzionismo ancora più pesante sull’Epf, bloccando definitivamente i 6,6 miliardi della sua dotazione.

Ma come funziona il prelievo degli interessi dagli asset russi? La prima tranche vale 1,4 miliardi e dovrebbe arrivare a Kiev già a inizio luglio attraverso Germania, Danimarca e Cechia. Una seconda tranche da 1,1 miliardi dovrebbe vedere protagoniste Italia, Lettonia, Romania e Svezia, e verosimilmente dovrebbe venire erogata nella primavera del 2025. Il meccanismo prevede che i profitti straordinari vengano incanalati dagli Stati membri stessi, che opereranno in qualità di “agenti esecutivi”, acquistando le armi e le attrezzature militari richieste dall’Ucraina come prioritarie.

Contemporaneamente, come dicevamo, i ministri degli Esteri dei Ventisette hanno anche adottato il 14esimo pacchetto di sanzioni: “Queste misure sono progettate per colpire settori di alto valore dell’economia russa, come l’energia, la finanza e il commercio, e rendere sempre più difficile l’elusione delle sanzioni dell’Ue”, si legge in una nota del Consiglio. Gli interventi principali puntano proprio a far sì che le misure restrittive non siano aggirate, si dispone poi il divieto per la navi russe di riesportare il gas naturale liquefatto dai porti europei verso altre destinazioni.

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