In pensione a 68 anni, poi a 70: le nuove regole e le previsioni per la “vecchiaia”

24.01.2025
In pensione a 68 anni, poi a 70: le nuove regole e le previsioni per la "vecchiaia"
In pensione a 68 anni, poi a 70: le nuove regole e le previsioni per la "vecchiaia"

Le nuove stime della Ragioneria generale dello Stato in base alle aspettative di vita. Tredici mesi in più nel 2040, ma nel 2027 potrebbe già scattare un aumento di 3 mesi

Brutte notizie sulle pensioni, le previsioni della Ragioneria generale dello Stato non fanno presagire nulla di buono per il futuro. Spuntano nuove ipotesi sia per la pensione anticipata che per quella di vecchiaia sulla base delle nuove aspettative di vita della popolazione. Nel 2040 potrebbero servire 13 mesi in più per lasciare il lavoro, mentre resta da sciogliere il nodo adeguamento al 2027 che aumenta di tre mesi i requisiti per la pensione.

Vediamo come potrebbe cambiare la situazione al 2040, quando il limite di età per la pensione di vecchiaia potrebbe salire a 68 anni e un mese, mentre nel 2067 potrebbe volare addirittura a 70 anni. Ma andiamo per ordine.

Le previsioni della Ragioneria sulle pensioni al 2040

La Ragioneria generale dello Stato ha diffuso le stime sulle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico italiano, ipotizzando nel 2040 un limite di età per la pensione di vecchiaia a 68 anni e un mese contro i 67 anni attuali. Requisiti più pesanti anche per quella anticipata, che a prescindere dell’età viene indicata a 43 anni e undici mesi di contributi per gli uomini, un anno in meno per le donne, contro i 42 anni e dieci mesi e 41 e dieci mesi del momento.

Ipotesi formulate dalla Ragioneria che tengono conto del quadro macroeconomico sottostante al Piano strutturale di bilancio di medio termine  (Psbmt) 2025-2029, dei conti economici nazionali rilasciati dall’Istat a settembre, delle previsioni demografiche Istat in uno scenario di lungo periodo. Sulle pensioni infatti pesa non solo il calo della popolazione ma anche l’invecchiamento della forza lavoro, come sottolinea il Cnel ipotizzando una contrazione di 2,5 milioni di occupati nei prossimi dieci anni.

Aspetattive di vita al 2070 - Ragioneria generale dello Stato
Aspetattive di vita al 2070 – Ragioneria generale dello Stato

Nel 2067 in pensione a 70 anni

Secondo le previsioni della Ragioneria nel 2067 il limite della pensione di vecchiaia potrebbe salire addirittura a 70 anni, alla luce di un previsto aumento della speranza di vita a 85,8 anni per gli uomini e 89,2 per le donne, con un incremento rispettivamente di 4,7 e 4 anni rispetto al 2023 (vedi grafico sopra).

In particolare si prevede una soglia per la pensione di vecchiaia a:

  • 67 anni e un mese nel 2029 e 2030;
  • 68 anni e un mese nel 2039 e 2040;
  • 70 anni nel 2067 e 2068;
  • 70 anni e otto mesi nel 2083 e 2084.
Stime requisiti pensione al 2067 - Ragioneria di Stato
Stime requisiti pensione al 2067 – Ragioneria di Stato

Queste invece le previsioni per la pensione anticipata per gli uomini:

  • 42 anni e undici mesi di contributi nel 2029 e 2030;
  • 43 anni e undici mesi nel 2039 e 2040;
  • 46 anni nel 2069 e 2070;
  • 46 anni e sei mesi nel 2083 e 2084.

Per le donne vale sempre l’anticipo di un anno.

Il nodo dell’adeguamento al 2027

Nel frattempo si attendono le decisioni del governo sulla possibilità di far scattare già nel 2027 un aumento di 3 mesi sugli attuali requisiti per la pensione, sia di vecchiaia che anticipata, oppure se sganciare il tutto dall’aspettativa di vita. Secondo le ultime stime della Ragioneria, infatti, nel 2027 la pensione di vecchiaia dovrebbe portarsi a 67 anni e tre mesi e quella anticipata a 43 anni e un mese di contributi per gli uomini e 42 anni e un mese per le donne, indipendentemente dall’età anagrafica.

Dopo la polemica scoppiata nei giorni scorsi per l’aumento dei requisiti a partire dal 2027 senza la comunicazione ufficiale è stato tutto congelato, almeno fino al 2026, perché per far scattare gli aumenti serve un decreto. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti però ha già fatto sapere che si tratterà di una “decisione politica”, ma prima bisognerà attendere le nuove proiezioni sulle aspettative di vita dell’Istat.

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