La presidente della Commissione von der Leyen sta studiando una proposta in questo senso, ma i Paesi cosiddetti frugali si oppongono
Il tema di come reperire i fondi per aumentare le spese per la difesa continua a dividere l’Unione europea. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha aperto alla possibilità di una maggiore flessibilità delle regole del Patto di Stabilità, mentre diversi Paesi chiedono l’emissione di debito comune, una richiesta sostenuta anche dal governo italiano di Giorgia Meloni.
L’apertura di von der Leyen
Come spesso accade, si è aperto un confronto acceso con i cosiddetti Paesi “frugali”, con Germania e Paesi Bassi in prima linea. Von der Leyen aveva annunciato l’intenzione di proporre l’attivazione delle clausole di salvaguardia nazionali, che garantirebbero ai 27 Stati membri una maggiore flessibilità rispetto alle rigide regole di bilancio comunitarie sugli investimenti per la difesa. È proprio questo il tema che ha diviso i ministri dell’Economia dell’Eurozona, riuniti oggi a Bruxelles per l’Eurogruppo, insieme al commissario europeo per l’Economia, Valdis Dombrovskis.
“Sulla flessibilità fiscale relativa alla difesa, si tratta di un’iniziativa annunciata dalla presidente von der Leyen e attualmente stiamo lavorando sulle modalità esatte”, ha spiegato Dombrovskis, sottolineando che “il tema è sul tavolo”, ma che finora non c’è stata “una discussione approfondita”, poiché “la Commissione preparerà le modalità esatte nelle prossime settimane”. Tuttavia, sono già arrivate le prime chiusure.
No dei frugali
“Ovviamente siamo scettici riguardo all’applicazione della clausola di deroga generale dalle regole del Patto, poiché richiederebbe una grave recessione economica come giustificazione”, ha dichiarato il ministro delle Finanze tedesco, Jörg Kukies, all’arrivo alla riunione dell’Eurogruppo. “Naturalmente, vedo positivamente la proposta del cancelliere federale Olaf Scholz, che ha indicato una strada leggermente diversa per raggiungere un obiettivo simile. Ha suggerito che, in modo limitato nel tempo e con determinate condizioni, si possa cercare una soluzione per consentire spese superiori al 2% attraverso una riforma delle regole europee sul debito”, ha aggiunto.
Anche il ministro delle Finanze dei Paesi Bassi, Eelco Heinen, ha espresso scetticismo: “Non credo che un maggiore debito comune sia la via da seguire per l’Europa. Abbiamo bisogno di una sicurezza forte nell’Ue, ma anche di un’economia e di una valuta solide. Più debito non è la soluzione per noi”, ha dichiarato. “Un prestito comune non fa che rimandare la discussione a un altro momento: si può fare, ma prima o poi arriva il conto da pagare”, ha aggiunto.
I favorevoli
Favorevole, invece, il ministro belga Vincent Van Peteghem: “È positivo che la Commissione abbia aperto a un maggiore spazio fiscale per investimenti nella difesa, ma non dobbiamo fermarci qui. Dobbiamo considerare anche altre possibilità, come uno strumento finanziario europeo comune e maggiori investimenti nell’industria della difesa”, ha affermato. Più cauto il ministro francese dell’Economia, Éric Lombard, secondo cui “le spese per la difesa dovrebbero essere equamente divise fra gli Stati”.