Il ministro degli Esteri di Mosca allontana l’ipotesi di un coinvolgimento dei leader dei Paesi europei: “Non so cosa dovrebbero venire a fare”
“Non so cosa i Paesi europei dovrebbero fare nei colloqui sull’Ucraina”. È l’opinione del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, citato da Interfax. L’ipotesi che i leader Ue, rappresentati dalla Commissione e dal Consiglio europeo, o in formato ristretto possano sedersi al tavolo delle trattative sulla guerra in Ucraina si fa sempre più lontana. Il ministro russo ha poi avvertito il suo omologo statunitense Marco Rubio: “Non faremo concessioni territoriali nei negoziati”. Martedì 18 febbraio è previsto a Riad (Arabia Saudita) l’avvio dei negoziati sulla guerra in Ucraina. A confermarlo è stata la portavoce del dipartimento di Stato americano Tammy Bruce.
Le parole di Lavrov
Il ministro russo durante una conferenza stampa ha chiuso la porta a qualsiasi ipotesi di scambio territoriale tra Russia e Ucraina. “Guardate le atrocità che stanno commettendo nei territori”, ha detto accusando i soldati di Kiev, “e volete che almeno il pensiero sia presente nei negoziati sull’accordo riguardo al fatto che alcuni territori devono ancora essere ceduti?”. Lavrov ha poi continuato: “Cedere come, con la gente, con i russi, o senza gente, con solo terre rare?”. Tuttavia, il ministro russo si mostra aperto al confronto con gli Stati Uniti. Gli unici interlocutori ritenuti adeguati. Anche perché Mosca vede in Washington la responsabile della guerra: “Lasciate stare chi fantastica su come gli Stati Uniti possano contribuire a risolvere la situazione, ma non nascondiamo il fatto che tale assistenza è del tutto possibile, soprattutto perché gli Stati Uniti hanno svolto il ruolo principale nella crisi ucraina fin dall’inizio”.
Il ruolo dell’Ue
Lavrov invece esclude qualsiasi contatto con i vertici europei. Che per non farsi trovare impreparati, e per sperare di contare ancora qualcosa, lunedì 17 febbraio leader si riuniranno a Parigi. L’ordine del giorno sarà proprio la guerra in Ucraina. All’Eliseo, oltre al presidente Emmanuel Macron, saranno presenti: Giorgia Meloni, Ursula von der Leyen (presidente della Commissione europea), Antonio Costa (presidente del Consiglio europeo), Olaf Scholz (Germania), Keir Starmer (GB), Donald Tusk (Polonia), Pedro Sánchez (Spagna), Dick Schoof (Paesi Bassi), Mette Frederiksen (Danimarca) e Mark Rutte (segretario generale della Nato).