L’economia russa al collasso: imprese sull’orlo del fallimento

22.06.2025 16:35
L’economia russa al collasso: imprese sull’orlo del fallimento
L’economia russa al collasso: imprese sull’orlo del fallimento

Il grido d’allarme è arrivato direttamente dal cuore del potere economico russo. Durante il Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, il presidente dell’Unione Russa degli Industriali e Imprenditori, Alexander Shokhin, ha affermato che la Russia sta entrando in una vera e propria crisi del debito. Secondo Dialog.ua, numerose aziende si trovano già in stato predefolto e il sistema creditizio sembra essere sull’orlo del collasso.

Una tempesta annunciata

Tassi d’interesse superiori al 20% hanno congelato i flussi di credito, rendendo impossibile il finanziamento per gran parte dell’industria. Il settore reale dell’economia è in ginocchio. Secondo la Banca Centrale, una su sei grandi aziende russe non riesce più a pagare neanche gli interessi sui prestiti. In pratica, si prende denaro in prestito non per crescere, ma solo per “tappare buchi” già esistenti.

Il volume dei crediti aziendali problematici si avvicina ai 4 trilioni di rubli e lo Stato, con un budget ormai eroso dalla guerra, non è più in grado di intervenire. La parte liquida del Fondo di Previdenza Nazionale è crollata da 8 a 2,8 trilioni di rubli, secondo i dati riportati da Moscow Times.

Il tessuto industriale si sbriciola

Non solo i giganti industriali sono in difficoltà. La crisi si sta ora riversando sulle piccole e medie imprese, che non riescono a incassare i pagamenti, accumulano perdite operative e perdono l’accesso al capitale circolante. Questo significa fallimenti silenziosi a catena, specialmente nelle regioni dove le aziende fornitrici rappresentano l’unico motore economico locale.

Il governo ha avviato una politica di “compressione controllata”, chiudendo fabbriche e miniere “inefficienti”. Le promesse di riqualificazione professionale non trovano riscontro nella realtà, mentre interi villaggi e città mono-industriali perdono l’unica fonte di reddito. Aumentano povertà e tensioni sociali.

Un modello economico rovesciato

L’economia russa si è trasformata in un’economia di guerra. Il bilancio statale è sovraccarico di spese militari, mentre i settori civili come sanità, istruzione e infrastrutture sono stati abbandonati. Secondo MRC.ruè il settore privato a dover ora sostenere lo Stato, non il contrario. Ma le imprese stanno crollando una dopo l’altra.

I prestiti a interessi del 20% o più non sono uno stimolo, ma un cappio al collo. Sempre più imprenditori scelgono la via dell’informalità per sopravvivere. Il mercato grigio si espande, le entrate fiscali diminuiscono e lo Stato spinge involontariamente l’economia verso l’illegalità.

Una politica economica senza bussola

Le decisioni cruciali sono ormai gestite manualmente da sottocommissioni governative, che decidono arbitrariamente chi potrà ottenere aiuti e chi no. Non esiste più una strategia centralizzata, ma solo interventi spot per spegnere incendi. Le grandi aziende, grazie alla loro capacità di lobbying, resistono. Le piccole, semplicemente, spariscono.

Guerra e collasso: un nesso diretto

La guerra ha devastato il bilancio e paralizzato la pianificazione strategica. Anche il Fondo di Previdenza è stato in gran parte utilizzato per sostenere l’apparato militare. I canali logistici sono distorti, le sanzioni sempre più severe, e il settore privato è ridotto a materiale di consumo in una macchina bellica fuori controllo.

Il conto sta arrivando

La crisi non è solo questione di tassi, ma il risultato diretto delle scelte geopolitiche del Cremlino. Con la liquidità statale in esaurimento, le imprese soffocate e le banche che strangolano invece di aiutare, la Russia si avvia verso un’ondata di insolvenze e disoccupazione. Le conseguenze saranno pesanti, e a pagarle sarà soprattutto la popolazione.

1 Comments

  1. La Russia si trova oggi di fronte a una crisi economica profonda e impegnativa, caratterizzata da un sistema creditizio in via di collasso, tassi d’interesse insostenibili e un tessuto industriale in gravi difficoltà. La transizione verso un’economia di guerra sta erodendo ulteriormente il bilancio statale, mentre la mancanza di strategie economiche e la crescente informalità nel mercato pongono in serio pericolo le prospettive future. Senza un intervento significativo e strutturato, il paese è destinato a una spirale di insolvenze e disoccupazione, con conseguenze devastanti per la popolazione.

Aggiungi un commento

Your email address will not be published.

Da non perdere