La premier si confronta con le parti sociali: “I bonus edilizi gestiti con buonsenso. Le pensioni? Rivalutate oltre il livello di inflazione”
Nella legge di bilancio 2025 “viene reso strutturale il passaggio da quattro a tre aliquote Irpef, con l’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito. È chiaramente intenzione del Governo intervenire anche sullo scaglione di reddito successivo, ma questo dipenderà ovviamente dalle risorse che avremo a disposizione e che arriveranno anche alla chiusura del concordato preventivo”. Lo ha detto la presidente del consiglio Giorgia Meloni che oggi ha incontrato le sigle sindacali a Palazzo Chigi per fare il punto sulla legge di bilancio dopo il forfait (causa influenza) dei giorni scorsi.
Sulla manovra, ha aggiunto la premier, il governo ha compiuto “un cambio di passo” rispetto “all’approccio che troppe volte abbiamo visto in passato, quando si è preferito adottare misure più utili a raccogliere consenso nell’immediato che a gettare le basi per una crescita duratura, scaricando il costo di quelle misure su chi sarebbe venuto dopo. Come noi, che raccogliamo la grave eredità di debiti che gravano come un macigno sui conti pubblici”.
Secondo la premier, la “riforma fiscale che stiamo progressivamente attuando, improntata sul necessario riequilibrio del rapporto tra Stato e cittadini” sta iniziando “a dare i primi effetti: infatti, registriamo da una parte un incremento record delle entrate tributarie e dall’altra un incremento record delle somme recuperate all’evasione fiscale”.
“I bonus edilizi gestiti con buonsenso”
“I bonus edilizi vengono gestiti con buon senso” ha detto ancora Meloni. “Si distingue tra prima casa e seconda casa: il bonus ristrutturazioni viene confermato al 50% sulla prima casa mentre scende al 36% dalla seconda casa in poi. Per quanto riguarda il Superbonus, si prevede, anche per le spese effettuate nel 2023, la possibilità di spalmare su dieci anni i crediti legati al 110%, così da tutelare i contribuenti che avrebbero rischiato di perdere la quota di detrazioni non utilizzata nell’anno”.
Il regalo dei sindacati
Non è mancato un siparietto ironico. I leader della Cgil e della Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri hanno regalato una calcolatrice e un libro alla premier. Una presa in giro (bonaria) dopo la gaffe della presidente del consiglio che, ospite di Bruno Vespa, su Rai1, ha sbagliato a fare i conti proprio con una calcolatrice. La Meloni ha chiesto a quel punto al leader della Cisl, Luigi Sbarra: “E lei non mi ha portato niente?”. Sbarra ha risposto : “Noi non abbiamo portato gadget. Ci limiteremo a darle le nostre proposte per migliorare la politica di sviluppo di questo Paese”.
Sanità, Meloni ai sindacati: “Fate i conti anche voi”
Nel corso dell’incontro si è parlato anche di sanità. “Dopo la confusione che ho fatto a Porta a porta – ha spiegato Meloni -, sono contenta che Bombardieri mi abbia portato una calcolatrice, così potrà fare anche lui questo rapido calcolo. Quando questo governo si è insediato, nel 2022, il Fondo sanitario nazionale era di 126 miliardi. Nel 2025 raggiungerà la cifra record di 136,5 miliardi. Questo vuol dire che, in due anni, il Fondo sanitario è aumentato di 10,5 miliardi di euro. Nel 2026 il fondo crescerà ancora e arriverà a 140,6 miliardi. La spesa sanitaria non aumenta solamente in termini assoluti, ma anche come spesa pro-capite, anche tenendo conto dell’inflazione”.
Le pensioni e il bonus per i neonati
Sulla previdenza, ha spiegato la presidente del consiglio, “anche nel 2025 e nel 2026, come nei due anni precedenti, le pensioni minime saranno rivalutate oltre il livello di inflazione indicato dall’Istat. Le norme riguardanti le uscite anticipate dal lavoro restano pressoché immutate”.
La premier ha ricordato gli interventi del governo per la famiglia. “Per i bimbi nati o adottati dal prossimo primo gennaio, viene introdotto un contributo, escluso dalla soglia Isee, del valore di 1.000 euro, riservato alle famiglie con un Isee non superiore a 40.000. Si tratta di un primo aiuto per chi decide di mettere al mondo dei figli. Le risorse per finanziare questo intervento derivano, in gran parte, dalla scelta di limitare la possibilità delle detrazioni per i figli a carico oltre i 30 anni di età”.