Il carroccio ha presentato diversi emendamenti alla manovra per per riportare l’aliquota dal 42 al 26 per cento
Fioccano gli emendamenti alla manovra 2025, attualmente in discussione in Parlamento. Oltre a quelli che stanno depositando le opposizioni, arrivano anche quelli della maggioranza, in particolare quelli di Forza Italia e Lega, che nei giorni scorsi hanno sollevato quelle che per loro sono delle criticità a cui vogliono mettere mano.
Gli emendamenti della Lega
Il partito di Matteo Salvini ha presentato una serie di emendamenti alla legge di bilancio per intervenire sul forte aumento dell’aliquota sulle criptoattività. il primo, a prima firma Giulio Centemero, sopprimerebbe l’aumento al 42 per cento e riportandolo al 26 per cento di oggi. Il Carroccio propone inoltre l’istituzione di un tavolo permanente fra le associazioni più rappresentative dei prestatori di servizi di cripto-attività, di fornitori di servizi di asset virtuali e associazioni dei consumatori.
Altri due emendamenti, sempre della Lega, propongono in un caso la riduzione dell’aliquota dal 42 per cento al 28 per cento e in un altro la sostituzione dell’aliquota al 42 per cento com la rimozione della soglia (di 2mila euro) di esenzione dalle imposte per le plusvalenze sulle criptovalute.
“Effetto Trump” sul bitcoin
Nel frattempo, il bitcoin ha sfondato per la prima volta quota 80 mila dollari, attestandosi a 80.047, grazie alla crescita del 4 per cento del suo valore rispetto a quanto era stato registrato ieri sulla piattaforma di trading cripto ‘Bitstamp’. Negli ultimi sette giorni la valuta digitale ha visto una crescita del 17 per cento, spinta soprattutto dalla vittoria di Donald Trump alle elezioni statunitensi. A differenza di quanto aveva sostenuto nel corso del suo primo mandato nel 2017, quando si era espresso in maniera critica sul bitcoin, in occasione di questa ultima campagna elettorale Trump non solo ha ‘corteggiato’ le cripto community, ma ha anche dichiarato durante la conferenza di Nashville dedicata alla valuta digitale che, nell’eventualità di vittoria, avrebbe mantenuto il mercato in gran parte non regolamentato, promettendo anche prezzi più bassi per l’energia elettrica utilizzata per l’estrazione delle criptovalute.