Nuove sanzioni Ue contro la Russia: “La colpiremo finché non dimostra di volere la pace”

24.02.2025
Nuove sanzioni Ue contro la Russia: "La colpiremo finché non dimostra di volere la pace"
Nuove sanzioni Ue contro la Russia: "La colpiremo finché non dimostra di volere la pace"

Nel 16esimo pacchetto di misure restrittive si vietano le importazioni di alluminio primario ma anche le vendite di videogiochi, le cui componenti sono usate per costruire droni, alla Federazione

L’Unione europea ha celebrato il terzo anniversario dell’invasione dell’Ucraina approvando un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, il sedicesimo dall’inizio del conflitto. “Dobbiamo sostenere l’Ucraina ora più che mai”, ha dichiarato la responsabile della diplomazia europea, Kaja Kallas, al suo arrivo al Consiglio Affari Esteri a Bruxelles, che ha approvato la decisione.

Il pacchetto di sanzioni include, tra le altre cose, il divieto di importazione di alluminio primario e di vendita di console per videogiochi, oltre all’inserimento nella lista nera di altre 74 navi della cosiddetta flotta ombra di Vladimir Putin, utilizzate per eludere le sanzioni. “Questa nuova serie di sanzioni prende di mira non solo la flotta fantasma russa, ma anche coloro che sostengono lo sfruttamento di petroliere pericolose, i controller per videogiochi utilizzati per pilotare i droni, le banche che aggirano le nostre sanzioni e gli organi di propaganda che diffondono bugie”, ha elencato Kallas.

Nuovi aiuti a Kiev

“Aumenteremo le sanzioni punitive contro la Russia, a meno che non dimostri una autentica volontà di raggiungere un accordo di pace duraturo”, ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che in occasione dell’anniversario si è recata in visita a Kiev insieme al presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa. Von der Leyen ha poi annunciato che l’Ucraina riceverà un nuovo pagamento di 3,5 miliardi di euro a marzo, riferendosi a una tranche di aiuti pre-approvati in corso di pagamento, e ha affermato che il Paese beneficerà anche dei piani dell’Ue per aumentare la produzione di armi e le capacità di difesa europee.

A Kiev si sono recati anche diversi leader europei, tra cui il premier spagnolo, Pedro Sanchez, e quella danese, Mette Frederiksen, che hanno deposto dei fiori nella piazza di Maidan per onorare i militari caduti in battaglia.

Diplomazia in azione

Da parte sua, Kallas ha anche annunciato che domani si recherà negli Stati Uniti per incontrare il Segretario di Stato Marco Rubio e discutere delle relazioni Ue-Usa e dei colloqui tra Washington e Mosca per porre fine alla guerra in Ucraina. I leader europei sono rimasti spiazzati dalla decisione di Donald Trump di tenere colloqui con la Russia, suscitando il disappunto sia di Kiev che dell’Europa. Oggi (lunedì 24 febbraio) il presidente francese Emmanuel Macron sarà a Washington proprio per discutere della questione con il repubblicano, mentre gli europei vogliono un posto al tavolo delle trattative.

“Si può discutere di tutto quello che si vuole con Putin, ma se si tratta di Ucraina ed Europa, anche l’Ucraina e l’Europa devono accettare questo accordo”, ha detto Kallas. Molti dei ministri degli Esteri presenti all’incontro di Bruxelles indossavano i colori blu e giallo in segno di sostegno a Kiev. Alcuni, tra cui il ministro spagnolo José Manuel Albares, hanno affermato che non bisogna confondere la vittima, l’Ucraina, con l’aggressore, la Russia.

“È assolutamente inaccettabile, come vogliono fare gli Stati Uniti oggi alle Nazioni Unite, mettere i due Paesi sullo stesso piano”, ha dichiarato il ministro degli Esteri belga Maxime Prévot. “C’è un aggressore e c’è una vittima”. La stessa Kallas ha detto che era “chiaro” che la “narrativa russa” fosse rappresentata da ciò che Trump stava dicendo sulla guerra tra Russia e Ucraina.

L’opposizione dell’Ungheria

A schierarsi con il presidente statunitense è stata invece l’Ungheria di Viktor Orbán. “È nel nostro interesse fondamentale che i negoziati sull’Ucraina abbiano successo, per questo motivo faremo tutto il possibile per garantire che Bruxelles e gli europei favorevoli alla guerra non possano bloccare un accordo di pace tra Stati Uniti e Russia”, ha detto il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó.

Budapest ha dato il suo via libera alle sanzioni, necessario visto che nelle decisioni di politica estera serve l’unanimità dei Ventisette, ma solo in cambio di una serie di esenzioni che permetteranno all’ungherese Mol di utilizzare prodotti petroliferi russi raffinati a livello nazionale, di sottrarre alle sanzioni le attrezzature per la manutenzione dell’oleodotto Druzhba e di garantire che la metropolitana della capitale possa continuare a ricevere i necessari servizi di assistenza e riparazione da imprese della Federazione.

Il Paese sta però bloccando il rinnovo delle misure restrittive contro gli individui inclusi nella blacklist di Bruxelles. “Non accetteremo di accelerare con l’estensione del regime di sanzioni nei confronti degli individui, non accetteremo l’esborso di decine di miliardi di euro per le forniture di armi e, quanto alle garanzie di sicurezza, non ci chiederemo di quali garanzie di sicurezza abbia bisogno l’Ucraina, ma di quali garanzie di sicurezza abbiamo bisogno noi ungheresi”, ha dichiarato Szijjártó.

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