Russia torna al baratto con la Cina per aggirare le sanzioni occidentali

16.09.2025 17:30
Russia torna al baratto con la Cina per aggirare le sanzioni occidentali
Russia torna al baratto con la Cina per aggirare le sanzioni occidentali

Il 15 settembre 2025 il Moscow Times ha riportato che le difficoltà persistenti nei pagamenti internazionali, causate dalle sanzioni occidentali, stanno spingendo le aziende russe a riprendere pratiche commerciali tipiche degli anni ’90. Per evitare i sistemi bancari, società russe e cinesi concludono accordi di baratto, regolando gli scambi tramite beni e valute nazionali. Il grano viene scambiato con automobili cinesi, mentre i semi di lino con materiali da costruzione.

Ritorno a un modello degli anni ’90

Per la prima volta dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, il commercio estero russo registra un aumento significativo delle operazioni di scambio diretto. Questa tendenza riflette la difficoltà di aggirare oltre 25.000 sanzioni imposte da Stati Uniti, Europa e alleati dopo l’annessione della Crimea nel 2014 e la guerra in Ucraina iniziata nel 2022. Pur mantenendo rapporti cordiali con Cina e India, Mosca si trova costretta a ricorrere a meccanismi arcaici che sottolineano il deterioramento delle sue relazioni economiche con l’Occidente.

Baratto come strumento di sopravvivenza

Operatori commerciali intervistati da Reuters hanno confermato che «il baratto sta guadagnando terreno». Secondo gli stessi, le imprese non lo utilizzano per convenienza, ma per mancanza di alternative, dato che le banche cinesi temono le sanzioni secondarie e rifiutano trasferimenti provenienti dalla Russia. In alcune operazioni, le aziende russe pagano in rubli un intermediario locale, che acquista grano da rivendere alla controparte cinese in cambio di automobili o beni di consumo. Anche elettrodomestici, materiali da costruzione e perfino servizi di installazione di macchinari sono stati scambiati contro prodotti agricoli.

Contraddizioni nell’economia russa

Nonostante le dichiarazioni di Vladimir Putin, secondo cui l’economia russa avrebbe superato le aspettative e registrato una crescita superiore a quella dei Paesi del G7, i dati della Banca centrale indicano un quadro diverso. Il Paese si trova in recessione tecnica e soffre di un’inflazione elevata. La crescente dipendenza dal baratto mostra i limiti delle strategie adottate per resistere all’isolamento internazionale e l’incapacità di garantire un accesso stabile ai mercati globali e ai moderni strumenti finanziari.

L’agricoltura al centro degli scambi

I prodotti agricoli, in particolare il grano e i semi di lino, sono diventati la principale moneta di scambio nelle transazioni internazionali della Russia. Tuttavia, questo non segnala uno sviluppo del settore, bensì la scarsità di canali liquidi per il commercio. La sostituzione delle transazioni finanziarie con scambi diretti rivela il crescente isolamento del Paese e la necessità di ricorrere a schemi temporanei e aggiramenti piuttosto che a una strategia di crescita sostenibile.

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