Secondo la Bild e il Financial Times Washington e Mosca starebbero studiando un piano da affidare a investitori statunitensi che darebbe agli Usa “un’influenza senza precedenti” sulle forniture energetiche all’Europa
L’Unione europea chiude all’eventualità di una riapertura del Nord Stream, la conduttura che trasportava il gas dalla Russia in Europa attraverso la Germania. “La nostra posizione è molto chiara: Nord Stream 2 non è un progetto di interesse comune e non diversifica le fonti energetiche”, ha dichiarato una portavoce della Commissione europea.
Di un’eventuale riapertura del gasdotto si è tornati a parlare dopo che il tabloid tedesco Bild e il quotidiano britannico Financial Times hanno entrambi riportato che Stati Uniti e Russia starebbero trattando da settimane per ripristinare il Nord Stream 2. Secondo la Bild, l’inviato speciale di Donald Trump, Ric Grenell, si sarebbe recato più volte in Svizzera per incontrare i rappresentanti di Gazprom, l’azienda statale russa che gestisce il gas russo.
Nord Stream 2 è stato completato nel 2021, ma come ha ricordato la portavoce dell’esecutivo comunitario, “non ha mai fornito gas all’Europa” a causa delle tensioni geopolitiche e della guerra scatenata dall’invasione russa nel febbraio 2022. Il gasdotto è stato solo parzialmente danneggiato dalle esplosioni che nel settembre 2022 hanno fatto saltare il condotto parallelo, Nord Stream 1, e risulta ancora utilizzabile, anche se il suo impiego sarebbe contrario allo sforzo di diversificazione energetica intrapreso dai Paesi europei dopo l’invasione dell’Ucraina.
Coinvolta ex spia russa
Il Financial Times ha rivelato, citando fonti a conoscenza del dossier, che un’ex spia russa, stretto collaboratore del presidente Vladimir Putin, starebbe lavorando a un progetto per riavviare il gasdotto con il sostegno di investitori americani. Secondo le fonti del giornale, il motore dell’iniziativa sarebbe Matthias Warnig, ex ufficiale della Stasi nella Germania dell’Est, che fino al 2023 ha gestito la società madre di Nord Stream 2 per il gigante del gas controllato dal Cremlino, Gazprom.
Warnig ha dichiarato al Financial Times di “non essere coinvolto in alcuna discussione con politici o rappresentanti aziendali americani”, ma le fonti sostengono che il suo piano preveda di contattare il team di Trump tramite uomini d’affari statunitensi, nell’ambito degli sforzi in corso dietro le quinte per mediare la fine della guerra in Ucraina.
Secondo funzionari di Washington, alcuni esponenti di spicco dell’amministrazione Trump sarebbero a conoscenza dell’iniziativa e la vedrebbero come parte della spinta a ricostruire le relazioni con Mosca. Sebbene ci siano state diverse manifestazioni di interesse, un consorzio di investitori guidato dagli Stati Uniti avrebbe elaborato le linee guida di un accordo post-sanzioni con Gazprom, secondo una fonte con conoscenza diretta dei colloqui, che ha rifiutato di rivelare l’identità dei potenziali investitori.
In teoria, commentano le fonti, il piano di Warnig darebbe agli Stati Uniti “un’influenza senza precedenti” sulle forniture energetiche all’Europa, dopo che i Paesi Ue hanno posto fine alla loro dipendenza dal gas russo in seguito all’invasione dell’Ucraina.
L’inviato speciale di Trump
La Bild, invece, afferma che l’ex ambasciatore statunitense in Germania, Richard Grenell, nominato da Trump inviato speciale presidenziale per le missioni degli Stati Uniti, si sarebbe recato ufficiosamente più volte in Svizzera per discutere di un accordo. A Steinhausen, infatti, si trova la sede delle società operative del gasdotto Nord Stream 2 nel Mar Baltico.
L’idea alla base delle trattative sarebbe la firma di un contratto di fornitura in cui gli Stati Uniti agiscano da intermediari, trasportando il gas russo attraverso il Nord Stream 2 fino al Meclemburgo-Pomerania occidentale. In questo modo, gli americani regolerebbero il flusso del gas tedesco e ne trarrebbero anche un guadagno. Il governo statunitense non sarebbe coinvolto direttamente, ma lo sarebbero alcuni investitori finanziari americani.