
Non c’è vittoria, neppure la più inaspettata, che non meriti di essere condivisa con chi ha sempre creduto in te. Andrea Kimi Antonelli, dopo aver conquistato la prima pole position in carriera nella Sprint Race del Gran Premio di Miami, ha trovato il tempo per una telefonata emozionante alla madre Veronica. «Sono al settimo cielo!», le ha detto il pilota della Mercedes, che a soli 18 anni ha già scritto una pagina di storia. Un gesto semplice, ma che rivela tanto del ragazzo dietro al casco, prima ancora che del talento già paragonato – non a caso – a quello di Lamine Yamal nel calcio.
La sua prestazione sul circuito americano, mai visto prima di questo weekend, è stata un concentrato di freddezza e precisione. Con un giro in 1’26″482, Antonelli ha superato le McLaren di Piastri e Norris, relegando Verstappen al quarto posto e lasciando le Ferrari fuori dai giochi. Un risultato che, sebbene non entrerà ufficialmente negli annali della Formula 1 – le pole delle Sprint Race non vengono considerate statisticamente –, resta un segnale inequivocabile. Quello di un pilota che, nonostante la giovane età, ha dimostrato di saper gestire la pressione e di avere quel quid in più che già lo aveva distinto nelle categorie minori.
La sua affermazione arriva in un momento delicato, in cui la Mercedes sta cercando di ricostruirsi dopo stagioni difficili. E se c’è chi storce il naso davanti all’entusiasmo per una pole “minore”, è innegabile che il suo nome sia ora sulla bocca di tutti. Anche perché, al di là dei tempi sul cronometro, ciò che colpisce è la maturità con cui ha affrontato il tracciato, chirurgico nel secondo settore, e la naturalezza con cui ha vissuto il dopo-gara. Tra un sorriso e un saluto alla sorella sui social, Antonelli ha mostrato il volto di un campione che, forse, non ha ancora realizzato appieno cosa abbia appena fatto.