Uno studio punta il dito contro il riscaldamento del pianeta dovuto all’uso di fonti di energia fossili, anche se mostra che il miglioramento dei sistemi di risposta alle emergenze ha permesso di ridurre il numero di vittime
Le piogge estreme che hanno causato le inondazioni che hanno ucciso 24 persone in Europa questo mese di settembre sono con ogni probabilità una conseguenza del Climate Change, quindi colpa dell’uomo. Terribili alluvioni hanno colpito l’Europa centrale dopo che la tempesta Boris si è fermata sulla regione tra il 12 e il 16 settembre, inondando Polonia, Romania, Slovacchia, Austria, Repubblica Ceca e Germania con le precipitazioni più intense mai registrate in alcune aree di queste nazioni.
Crisi climatica raddoppia la possibilità di alluvioni mortali
Secondo uno studio della World Weather Attribution (Wwa), una collaborazione accademica tra diversi esperti e professori, le piogge sono state rese più forti di almeno il 7 percento dai cambiamenti climatici, il che ha fatto sì che le città siano state colpite da volumi d’acqua che avrebbero avuto la metà delle probabilità di verificarsi se l’uomo non avesse riscaldato il pianeta.
“La tendenza è chiara”, ha sentenziato Bogdan Chojnicki, scienziato del clima presso l’Università di Scienze della Vita di Poznań, in Polonia, e coautore dello studio. “Se l’uomo continua a riempire l’atmosfera con le emissioni di combustibili fossili, la situazione sarà sempre più grave”, ha aggiunto. Il riscaldamento globale sta portando a precipitazioni più intense perché un’atmosfera più calda può trattenere più umidità di una più fredda, spiega il Wwa. E tempeste simili diventeranno più frequenti del 50 percento in Europa centrale e lasceranno cadere il 5 percento di pioggia in più se il riscaldamento raggiungerà i 2 gradi Celsius, hanno detto gli scienziati.
I ricercatori hanno utilizzato dati meteorologici e modelli climatici per mostrare gli effetti del cambiamento climatico e hanno confrontato la probabilità e l’intensità delle precipitazioni con quelle del clima precedente all’attuale tendenza al riscaldamento. Il clima della Terra è più caldo di circa 1,3 gradi rispetto al periodo preindustriale e l’Europa si sta riscaldando più velocemente di altre parti del mondo. “Dobbiamo prepararci a precipitazioni ancora più intense di quelle previste da questi modelli”, ha dichiarato Friederike Otto, co-leader del Wwa, in una conferenza tenutasi martedì in vista della pubblicazione del rapporto.
I ricercatori hanno affermato però che le misure di adattamento hanno ridotto il numero di vittime rispetto ad alluvioni simili che hanno colpito la regione nel 1997 e nel 2002. Questo perché le previsioni tempestive hanno permesso alle autorità di prepararsi creando muri di difesa dalle inondazioni, svuotando i serbatoi e lanciando allarmi. Per questo hanno chiesto di migliorare le difese contro le questi eventi estremi, i sistemi di allerta e i piani di risposta ai disastri, e hanno messo in guardia dal continuare a ricostruire nelle regioni più a rischio.
I costi del Climate Change
“Queste inondazioni mostrano quanto il cambiamento climatico stia diventando costoso”, ha dichiarato Maja Vahlberg, consulente tecnica del Centro per il clima della Croce Rossa e coautrice dello studio. “Anche con giorni di preparazione, le acque alluvionali hanno comunque devastato città, distrutto migliaia di case e visto l’Unione europea impegnare 10 miliardi di euro in aiuti”.
Fisici hanno dimostrato che ogni grado centigrado di riscaldamento consente all’aria di trattenere il 7 percento in più di umidità, ma se ciò avviene dipende dalla disponibilità di acqua. Le piogge in Europa centrale si sono scatenate quando l’aria fredda proveniente dall’Artico ha incontrato l’aria calda e umida del Mediterraneo e del Mar Nero. I mari più caldi favoriscono la parte piovosa del ciclo idrologico, anche se la tendenza su alcune parti della terraferma è verso condizioni più secche.