“I bitcoin non sono sequestrabili”

21.01.2025
"I bitcoin non sono sequestrabili"
"I bitcoin non sono sequestrabili"

Essendo prive di valore legale le criptovalute non possono essere sequestrate dal fisco, nemmeno quando i contribuenti evadono le tasse sulle plusvalenze generate da operazioni di trading riguardanti proprio i bitcoin. La sentenza della Corte suprema

Destinata a far discutere una sentenza della Cassazione secondo la quale i bitcoin non sono beni sequestrabili, perché privi di valore legale. A rendere nota la decisione della Consulta l’Aduc, l’Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori, segnalando un cortocircuito piuttosto rilevante tra fisco e investitori. Ma andiamo per ordine.

Bitcoin: il sequestro sulle attività di trading

Tutto è partito da un sequestro di criptovaluta emesso dalla procura di Firenze nel maggio del 2024 nei confronti di un contribuente che aveva evaso il fisco. Una somma di 120.638 euro derivante da plusvalenze su operazioni di trading riguardanti proprio i bitcoin.

Il tribunale del riesame aveva inizialmente confermato la misura cautelare respingendo l’opposizione presentata dalla difesa, ma poi si è arrivati in Cassazione. I giudici della Corte suprema con la sentenza n. 1760/2025 del 17 gennaio 2025 hanno deciso di annullare il sequestro di bitcoin sostenendo che le criptovalute non costituiscono una valuta avente corso legale. La sentenza ha così rinviato la questione al tribunale di Firenze per un nuovo esame.

La sentenza

“In accoglimento dell’eccezione sollevata dal contribuente, la Corte di Cassazione ha evidenziato come le criptovalute siano prive di valore legale e, quindi, non possono essere considerate valido mezzo di pagamento con effetti liberatori – spiega Sara Astorino, legale e consulente Aduc -. Per la Cassazione, quindi, è illegittima la conversione in bitcoin dell’importo sequestrabile in euro quale profitto del reato tributario e ciò ‘per la mancanza di regolamentazioni a opera di istituzioni statali che ne possano garantire in via autoritaria un andamento stabile al fine di ovviare a forti oscillazioni del cambio in sede di conversione'”.

Sara Astorino ricorda infatti che le criptovalute “non sono denaro vero e proprio”,”come gli euro che preleviamo al bancomat”, ma “denaro virtuale creato alla bisogna”. Moneta che “non viene controllata da nessuna Autorità né esistono delle Banche poiché il suo funzionamento si basa su due principi: una serie di pc che la gestiscono e l’uso di una forte crittografia per validare e rendere sicure le transazioni”. Inoltre la consulente Aduc ricorda anche che il sequestro è una misura cautelare “che può avere natura preventiva, probatoria o conservativa” e che il suo scopo “è quello di garantire il bene o la prova ed in alcuni casi il recupero di somme”. Cosa piuttosto difficile da garantire quando si ha a che fare con un “qualcosa di così astratto ed evanescente”.

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