Il bonus sulla tredicesima fino a 100 euro, ma non per tutti: cosa c’è nel “decreto primo maggio”

29.04.2024
Il bonus sulla tredicesima fino a 100 euro, ma non per tutti: cosa c'è nel "decreto primo maggio"
Il bonus sulla tredicesima fino a 100 euro, ma non per tutti: cosa c'è nel "decreto primo maggio"

Vertice con i sindacati oggi, convocati a Palazzo Chigi per illustrare gli interventi previsti dal governo. L’agevolazione per alcuni lavoratori dipendenti, la super deduzione per chi assume e il decreto coesione: ecco le nuove misure, ancora in via di definizione

Un bonus sulla tredicesima mensilità per i lavoratori a basso reddito e sgravi per le aziende che assumono, soprattutto al Sud: prendono forma le misure che il governo vorrebbe mettere in campo a breve per dare un po’ di sostegno ai lavoratori. Misure che finiranno tutte sul tavolo del Consiglio dei ministri in programma domani, martedì 30 aprile, proprio alla vigilia della Festa dei lavoratori del 1° maggio. All’esame del Consiglio dei ministri c’è anche l’attesa riforma dei fondi di coesione che promette di migliorare “l’assorbimento” delle risorse europee, un terreno molto accidentato per l’Italia che è agli ultimi posti in Europa per spesa effettiva. Sta di fatto che i nuovi interventi saranno prima illustrati ai sindacati, convocati a sorpresa oggi a Palazzo Chigi per ascoltare le novità proprio dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una sorta di riedizione del “decreto 1° maggio” dello scorso anno, il provvedimento che sostituì il reddito di cittadinanza con quello di inclusione, scatenando l’ira delle sigle sindacali.

Rimane l’irritazione dei sindacati per la mancanza di una vera trattativa sui provvedimenti che riguardano i lavoratori. Le norme in questione sono ancora in via di definizione, ma qualche punto fermo si può già mettere. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, a margine della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Pescara, ha assicurato che nel Consiglio dei ministri di domani riuscirà a portare il decreto legislativo sull’Irpef, attuativo della delega fiscale, atteso già la scorsa settimana e poi slittato.

Il nuovo bonus sulla tredicesima

La novità più rilevante (e costosa) contenuta nel decreto legislativo è il bonus sulle tredicesime: nell’ultima bozza veniva definito “un’indennità” fino a 100 euro ai lavoratori dipendenti con un reddito fino a 28mila euro, con coniuge e almeno un figlio a carico. Proprio “a causa della limitatezza delle risorse disponibili”, la misura, spiegava la relazione illustrativa, viene limitata al 2024, nell’attesa dell’introduzione strutturale di un regime fiscale sostitutivo sulle tredicesime per i lavoratori dipendenti. “Ci si sta lavorando, quindi verifichiamo un attimo se ci sono le compatibilità finanziarie. Io sono sempre cauto sulle risorse, quindi dobbiamo fare in modo che una misura che può essere sicuramente di vantaggio per le famiglie abbia le necessarie coperture finanziarie”, ha spiegato il viceministro Leo.

La super deduzione per chi assume e il decreto coesione

Non solo tredicesime. Il governo sta inoltre lavorando al decreto interministeriale che sblocca la “super deduzione” sulle assunzioni prevista dal primo modulo della riforma fiscale. Nello specifico, l’agevolazione prevede una quota deducibile del costo del lavoro pari al 120%, che viene maggiorata al 130% per alcune categorie di lavoratori. Si applica a tutte le imprese e ai lavoratori autonomi. L’altro provvedimento atteso è il “decreto legge coesione”, che riscrive le regole per gli oltre 40 miliardi di fondi europei che vengono assegnati all’Italia dall’Ue ogni 7 anni. E che l’Italia fatica a spendere – è penultima in Europa – a causa di ostacoli burocratici e scarso coordinamento tra amministrazioni. Problemi che, con il rigido cronoprogramma del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il governo ha già dovuto affrontare e risolvere. Per questo l’idea è di applicare anche ai fondi strutturali le stesse regole di gestione del Pnrr: dalle sanzioni agli enti che non rispettano i tempi dei progetti al coordinamento centralizzato a Palazzo Chigi. Passando per una razionalizzazione della destinazione delle risorse.

L’obiettivo della riforma è “intervenire strutturalmente su alcuni limiti e deficit” delle politiche di coesione del nostro Paese, ha detto il ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, a margine della conferenza di FdI. Si mette quindi in campo “un modello di governance in grado di rendere efficace ed efficiente l’utilizzo di queste risorse”. Il decreto coesione contiene poi una parte che riguarda il lavoro. È qui che saranno declinati i provvedimenti a cui ha fatto riferimento la stessa ministra del lavoro, Marina Elvira Calderone: sostegni alle aziende che assumono, politiche attive e formazione.

Fonte: LaStampa

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