Il pasticcio delle festività: il Colle chiede di rivedere la legge su San Francesco e Santa Caterina

09.10.2025 06:05
Il pasticcio delle festività: il Colle chiede di rivedere la legge su San Francesco e Santa Caterina

Confusione sulle festività nazionali in Italia: il 4 ottobre tra San Francesco e Santa Caterina

Il Parlamento italiano ha approvato una legge che stabilisce il 4 ottobre come festa nazionale, ma non è chiaro se si tratta della celebrazione di San Francesco d’Assisi o della solennità civile di Santa Caterina da Siena, creando così una situazione di incertezza. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato la legge, pur segnalando che i rilievi espressi “non riguardano profili di natura costituzionale”, ma ha avvertito in una lettera indirizzata ai presidenti di Senato e Camera che le leggi devono essere chiare e non generare equivoci, riporta Attuale.

Attualmente, la confusione regna sovrana riguardo alle festività, poiché, come osserva Mattarella, “con due diverse disposizioni normative si prevede che, con riferimento ai due santi, vengano celebrati sostanzialmente i medesimi valori, nello stesso giorno, ma con un diverso regime”. Questo crea un problema poiché il 4 ottobre non può essere contemporaneamente un evento di festa nazionale e una solennità civile; infatti, i due status hanno effetti giuridici distinti. Ad esempio, mentre la solennità civile prevede attività nelle scuole per promuovere i “valori universali” rappresentati dai santi, la chiusura delle scuole per la festa nazionale rende impossibile l’applicazione di tali attività.

La necessità di correggere la legge è evidente, poiché “la normativa che disciplina le due ricorrenze richiede interventi correttivi volti a coordinare tra di loro i due testi normativi” e spetta al Parlamento adottare tali modifiche. Inoltre, Mattarella ha sottolineato l’importanza di una collaborazione leale tra gli uffici legislativi del Colle e quelli di Palazzo Chigi, come dimostrato da precedenti provvedimenti come il decreto flussi.

Mattarella ha frequentemente promulgato leggi accompagnando la firma con “rilievi” che evidenziavano “criticità” nei testi approvati dal Parlamento. Ha anche richiamato alla mente un episodio di circa un anno fa, quando, parlando con degli studenti, ha dichiarato: “Più volte mi è successo di promulgare una legge che non condivido. Che ritengo sbagliata, anche inopportuna. Ma è stata approvata dal Parlamento, dalla Camera e dal Senato, e io ho il dovere di promulgarla”. La sua autorità di non promulgare una legge è limitata a casi in cui “vi siano evidenti contrasti con la Costituzione”.

Un esempio di ciò è avvenuto nel 2017, quando ha rifiutato di firmare una legge sulle mine antiuomo, chiedendo al Parlamento una “nuova deliberazione” perché il provvedimento presentava “profili di evidente illegittimità costituzionale”, in particolare riguardo alle sanzioni penali e alla disparità di trattamento tra alcuni soggetti coinvolti nella legge stessa.

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