Influenza aviaria, rispunta il virus H797: in ginocchio gli allevamenti, infettati i gatti domestici

18.03.2025
Influenza aviaria, rispunta il virus H797: in ginocchio gli allevamenti, infettati i gatti domestici
Influenza aviaria, rispunta il virus H797: in ginocchio gli allevamenti, infettati i gatti domestici

L’H5N1 secondo la Fao già oggi costituisce un’emergenza senza precedenti. A preoccupare i salti di specie e le conseguenze su economia e sicurezza alimentare, come dimostra l’impennata dei prezzi delle uova negli Stati Uniti. Intanto in Mississipi è stato rilevato un focolaio da H7N9 che non si vedeva dal 2017

È stato segnalato negli Stati Uniti il primo focolaio di influenza aviaria H7N9 in un allevamento di polli dal 2017. Si tratta di un ceppo altamente patogeno che rispetto al H5N1 ha un maggiore tasso di mortalità: il 39 per cento dei soggetti infettati sono deceduti da quanto è stato rilevato per la prima volta nel 2013.

Focolai di H7N9 non si vedevano dal 2017, ma ora ne è stato scoperto uno in un allevamento a Noxubee, in Mississipi, che conta quasi 50mila animali. “L’influenza aviaria altamente patogena H7N9 di stirpe selvatica nordamericana è stata rilevata in un allevamento commerciale di polli da carne nel Mississippi. È in corso lo spopolamento dell’allevamento colpito”, fa sapere l’Organizzazione mondiale della sanità.

Prezzi delle uova alle stelle e felini infetti, la Fao: “Crisi senza precedenti”

Intanto il ceppo H5N1 continua a mettere in ginocchio gli allevamenti e il salto di specie ai mammiferi è già avvenuto. Proprio la sua diffusione ai mammiferi, comprese le mucche da latte negli Stati Uniti, solleva crescenti preoccupazioni per il rischio di una nuova pandemia.

Secondo la Fao (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) già oggi il mondo sta affrontando un’epidemia senza precedenti di influenza aviaria ad alta patogenicità (H5N1). In un briefing di emergenza tenutosi a Roma ieri, 17 marzo, la Fao ha avvertito che la situazione è precipitata a livelli “senza precedenti”, rendendo necessaria un’azione immediata e coordinata a livello internazionale. 

I funzionari dell’organizzazione hanno richiesto misure urgenti per rafforzare la biosicurezza, migliorare la sorveglianza e attivare squadre di risposta rapida prima che l’epidemia sfugga ulteriormente al controllo. Il vicedirettore generale della Fao Godfrey Magwenzi, ha lanciato un monito drammatico: la diffusione incontrollata dell’H5N1 potrebbe avere conseguenze devastanti sulla sicurezza alimentare, la nutrizione, le economie rurali e i prezzi al consumo a livello globale.

Le conseguenze sull’economia e la sicurezza alimentare sono già evidenti: negli Stati Uniti l’aviaria sta mettendo in ginocchio gli allevamenti causando un aumento record dei prezzi delle uova. A preoccupare anche alcuni casi di gatti domestici risultati infetti a New York: almeno due infezioni sarebbero legati al mangime per gatti a base di carne cruda della “Savage Cat Food”, che il Dipartimento della Salute ha ora sconsigliato di somministrare. Le informazioni sono già state condivise con l’azienda produttrice e con la Food and Drug Administration, mentre proseguono gli accertamenti per determinare con certezza l’origine dell’infezione.

Il rischio del salto di specie, gli esperti: “Prepararsi adesso”

Il Dipartimento della Salute di New York ha rassicurato la popolazione spiegando che il rischio di contagio per gli esseri umani è basso, e anche l’Oms ha affermato che entrambe le forme del virus dell’influenza aviaria (H5N1 e H7N9) non sembrano trasmettere facilmente da persona a persona. Tuttavia, il primo decesso umano causato dall’aviaria c’è già stato: in Louisiana, lo scorso gennaio, un uomo di 65 anni è morto dopo aver contratto una forma grave di influenza aviaria H5N1.

Sebbene il suo quadro clinico fosse già complesso e le principali organizzazioni continuano a sottolineare che il rischio di passaggio all’uomo sia ancora basso, in una recente lettera sulla prestigiosa rivista “Science”, scienziati ed esperti di diverse istituzioni hanno messo in evidenza l’allarme destato dagli spillover del virus sempre più frequenti.

“Prepararci adesso può salvare vite e può ridurre gli impatti sociali ed economici se H5N1 o un altro virus portasse a una pandemia”, si legge nell’appello, a prima firma dello scienziato Jesse Goodman, della Georgetown University. “La rapida diffusione e mutazione di un virus mortale dell’influenza aviaria negli Stati Uniti giustifica un’azione globale urgente sulla preparazione alla pandemia per colmare pericolose lacune nella capacità del mondo di sviluppare e fornire nuovi vaccini protettivi”. Il virus dell’influenza aviaria H5N1 “negli ultimi anni ha attraversato specie dagli uccelli ai mammiferi, compresi i bovini da latte, e ora sta causando un’esposizione diffusa e sporadiche infezioni umane negli Stati Uniti e altrove”.

Aggiungi un commento

Your email address will not be published.