L’auto che sfida Tesla: si ricarica nel tempo di un pieno di benzina

19.03.2025
L'auto che sfida Tesla: si ricarica nel tempo di un pieno di benzina
L'auto che sfida Tesla: si ricarica nel tempo di un pieno di benzina

La tecnologia di ricarica ultraveloce della cinese BYD promette di essere il doppio più potente rispetto a quella lanciata dall’azienda di Elon Musk

L’azienda di auto elettriche cinese BYD (Build Your Dreams) ha trovato una soluzione alla cosiddetta “ansia da autonomia” che colpisce i conducenti delle vetture di ultima generazione, fino a oggi vincolati a lunghe attese per la ricarica.

La ricarica superveloce della BYD dura ora 5 minuti

Il gruppo cinese – che è ormai il principale concorrente globale del marchio guidato da Elon Musk per le auto a zero emissioni – ha comunicato infatti, per bocca del fondatore Wang Chuanfu, di avere sviluppato una tecnologia in grado di ricaricare i suoi veicoli elettrici con la stessa rapidità con cui si riempie il serbatoio di benzina di un’auto a motore. Il nuovo sistema di ricarica della BYD – che è condizionato a una rete di fornitura super-potente da 1.000 kilowatt – potrebbe aggiungere circa 400 km di autonomia in soli 5 minuti e sarà disponibile sulla nuova berlina Han L e sul suv Tang L, in vendita a partire da aprile.

La tecnologia di ricarica ultraveloce da 1.000 kW promette di essere il doppio più potente rispetto all’ultima generazione di Supercharger V4 di Tesla da 500 kilowatt, che può raggiungere fino a 270 chilometri di autonomia in 15 minuti. La BYD prevede di installare circa 4mila caricabatterie per supportare la nuova tecnologia di ricarica rapida nel quadro di un processo di rapida diffusione delle colonnine in tutta la Cina. Nel paese quest’anno è prevista la installazione di circa 460mila nuovi caricatori pubblici, circa i due terzi di quelli che saranno installati a livello globale, portando il totale a circa 2,1 milioni di unità.

L’azienda Tesla in crisi tra ritardi e atti di vandalismo

L’annuncio ha fatto schizzare il titolo delle azioni in borsa dell’azienda. Il colosso cinese ha festeggiato il successo tecnologico guadagnando un +6% alla borsa di Hong Kong. Il boom del titolo di Byd, che annovera la Berkshire Hathaway di Warren Buffett fra i principali investitori esteri, arriva poche settimane dopo un altro successo del colosso delle auto elettriche, ovvero il rilascio di un sistema di guida autonoma avanzato e gratuito, soprannominato God’s Eye, l’Occhio di Dio, che dovrebbe essere installato sulla gamma futura del brand.

Le novità della rivale cinese rischiano di mandare in tilt l’azienda Tesla in ritardo con il lancio di nuovi modelli e sotto pressione sul fronte vendite per le ripercussioni dell’impegno politico di Elon Musk. Le vetture elettriche di Tesla sono finite nel mirino di oppositori del miliardario sudafricano, che ha assunto un ruolo di primo piano nell’amministrazione statunitense di Donald Trump. Un uomo completamente vestito di nero ha esploso diversi colpi di pistola e lanciato una molotov contro una concessionaria Tesla a Las Vegas nella giornata di ieri, generando un incendio che ha distrutto diverse auto elettriche. Sulle porte della struttura, l’uomo ha scritto con una bomboletta spray la parola “Resistere”.

Pechino impone lo stop all’apertura dello stabilimento in Messico

Ma l’ascesa globale di BYD incontra ostacoli posti proprio dal governo cinese. Pechino starebbe posticipando l’approvazione dell’apertura di uno stabilimento in Messico della casa automobilistica nel timore che la tecnologia sviluppata dall’azienda possa trapelare oltre il confine con gli Stati Uniti. Lo rivelano fonti riservate al quotidiano britannico Financial Times, ricordando che le case automobilistiche cinesi hanno bisogno dell’approvazione del ministero del Commercio per l’apertura di fabbriche all’estero.

“La preoccupazione principale del dicastero è la vicinanza del Messico agli Stati Uniti”, hanno spiegato le fonti alla testata britannica, secondo cui “l’atteggiamento ostile” della presidente messicana Claudia Sheinbaum – che vuole correggere lo squilibrio commerciale con il Paese asiatico – “rende la situazione ancora più difficile per Byd”. A quanto riferito dall’emittente statunitense Bloomberg, la fabbrica dovrebbe essere realizzata con un investimento di circa 600 milioni di dollari e produrre 150 mila veicoli nelle fasi iniziali. Pechino, riporta il Financial Times, predilige l’apertura degli stabilimenti in Paesi che hanno aderito alla Belt and Road cinese. 

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