L’Iran ha cercato di comprare 300 tonnellate di uranio per il suo “piano nucleare”

03.05.2024
L'Iran ha cercato di comprare 300 tonnellate di uranio per il suo "piano nucleare"
L'Iran ha cercato di comprare 300 tonnellate di uranio per il suo "piano nucleare"

Militari statunitensi sono costretti a convivere con i russi in una base in Niger mentre il paese scivola sotto l’influenza dell’asse russo-iraniano. Il piano di Teheran che ha ricevuto delegazioni di attivisti “panafricani” al servizio delle giunte golpiste di Mali, Niger e Burkina Faso, teatro negli ultimi quattro anni di altrettanti golpe filo-russi

Le autorità iraniane starebbero negoziando con la giunta militare salita al potere in Niger lo scorso 26 luglio, l’acquisizione di 300 tonnellate di uranio. Secondo il prezzo attuale, il suo valore è di circa 56 milioni di dollari. Teheran si impegnerebbe in cambio a fornire a Niamey droni militari e generatori di grande capacità per colmare il deficit energetico del paese africano.

Il primo ministro Ali Lamine Zeine avrebbe incontrato discretamente emissari iraniani durante un viaggio a Bamako, in Mali, nell’agosto 2023. Nello stesso anno l’Iran ha ricevuto delegazioni di attivisti “panafricani” al servizio delle giunte golpiste di Mali, Niger e Burkina Faso, teatro negli ultimi quattro anni di altrettanti golpe filo-russi.

Intanto le truppe statunitensi si preparano a lasciare il paese dopo l’interruzione della cooperazione militare firmata con gli Stati Uniti nel 2012. La mossa del Niger di chiedere la rimozione delle truppe statunitensi è arrivata dopo un incontro a Niamey a metà marzo, quando alti funzionari statunitensi hanno sollevato preoccupazioni, tra cui l’arrivo delle forze russe e le segnalazioni secondo cui l’Iran è alla ricerca di materie prime nel Paese, tra cui l’uranio.

Il Niger passa sotto l’influenza russo-iraniana

Proprio nel contesto di questo “ordinato ritiro” le truppe statunitensi si troverebbero a condividere una base militare con personale militare di Mosca accanto all’aeroporto internazionale Diori Hamani di Niamey. La base aerea, costruita dagli Usa per 100 milioni di dollari, dal 2018 viene utilizzata per colpire con droni armati i miliziani dello Stato Islamico e di al Qaeda in Africa. Gli Stati Uniti e i loro alleati sono stati costretti a spostare le truppe da diversi Paesi africani in seguito a colpi di Stato che hanno portato al potere gruppi che vogliono prendere le distanze dai governi occidentali. Oltre all’imminente partenza dal Niger, negli ultimi giorni le truppe statunitensi hanno lasciato anche il Ciad, mentre le forze francesi sono state cacciate dal Mali e dal Burkina Faso. Allo stesso tempo, la Russia sta cercando di rafforzare le relazioni con le nazioni africane, presentandosi Mosca come un Paese senza alcun bagaglio coloniale nel continente.

Secondo diversi osservatori, la scelta del Niger di avvicinarsi all’Iran potrebbe comportare sanzioni Usa e il Paese potrebbe anche essere considerato un obiettivo legittimo da parte del governo israeliano.

Intanto gli Usa puntano sul Kenya per limitare la perdita d’influenza in Africa: il presidente del Kenya, William Ruto, atteso in visita di Stato a Washington il prossimo 23 maggio. Il rafforzamento delle relazioni con il Kenya appare utile in un quadro regionale dove i principali Paesi sono alle prese con continui conflitti interni e crisi diplomatiche. A fine settembre, in occasione della visita a Nairobi del segretario alla Difesa Floyd Austin, gli Stati Uniti hanno siglato con il Kenya un accordo di cooperazione che prevede l’addestramento dei soldati delle Forze di difesa del Kenya (Kdf) e un programma di assistenza finanziaria e tecnica nei prossimi cinque anni.

Fonte: Today

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