La strategia delineata dal ministro Giorgetti: diminuire le accise sulla benzina e aumentare quelle sul gasolio. Un’ipotesi che ha mandato subito in allarme le associazioni dei consumatori e gli autotrasportatori, pronti anche a uno stop
Prezzi più alti per il diesel, ma con un calo di quelli della benzina. A dettare i movimenti che in futuro potrebbero smuovere la “bilancia” dei carburanti sono le accise, odiatissime imposte che gonfiano, e non poco, i costi per il rifornimento. A presentare questo scenario è stato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che tra le risposte durante l’audizione sul Psb (Piano strutturale di bilancio di medio termine) ha spiegato la strategia che il governo vorrebbe adottare sul tema carburanti.
Carburanti e accise, il piano del governo
Ovviamente siamo ancora nel campo delle ipotesi, ma la strada tracciata da Giorgetti è chiara: aumentare le accise del gasolio e ridurre quelle sulla benzina, andando ad accorciare sempre di più la forbice tra i due. “Sulle accise dei carburanti abbiamo scritto allineamento – ha spiegato il ministro -, significa che probabilmente ci sarà una diminuzione delle accise sulla benzina e un aumento di quelle sul gasolio. Dobbiamo calare quest’obbligo con gradualità”.
Giorgetti ha parlato di misure “graduali” per evitare “contraccolpi”, con l’allineamento delle accise che rientra nella riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi richiesta dall’Europa. Al di là delle parole del ministro, gli effetti sul costo del diesel saranno inevitabili. Giorgetti aveva parlato dell’ipotesi “allineamento delle accise” lo scorso 3 ottobre, escludendo però in quell’occasione un aumento dei prezzi: “Sulla base degli impegni Pnrr, delle Raccomandazioni specifiche della Commissione europea e del Piano per la transizione ecologica, approvato nel 2022, il Governo è tenuto ad adottare misure volte a ridurre i sussidi ambientali dannosi. In coerenza con l’impostazione di questo governo, l’intervento non si tradurrà nella scelta semplicistica dell’innalzamento delle accise sul gasolio al livello di quelle della benzina, bensì in una rimodulazione delle due. Il Piano strutturale di bilancio di medio termine ha previsto che questo allineamento sarà definito nell’ambito delle misure attuative della delega fiscale”.
Il “peso” delle accise sui costi
Il piano del governo sembra quello di allineare le due accise, anche se al momento non è chiaro in che modo e attraverso quali e quanti step. Al momento la tassazione sul gasolio in Italia è la più alta tra i 27 paesi europei. Come confermato dai dati forniti dall’Unem, (Unione energie per la mobilità), attualmente il carico fiscale totale (accise + Iva) sulla benzina è di 1,041 euro/litro (di cui 0,313 di Iva) pari al 60% del prezzo al consumo, mentre sul gasolio di 0,909 euro/litro (di cui 0,292 di Iva) pari al 56%.
Ma cosa succederebbe in caso di allineamento? Nello scenario ipotizzato dall’Unem, con le attuali tassazioni, un aumento delle accise sul gasolio al livello di quelle della verde porterebbe a un incremento di 13,5 centesimi al litro per il diesel. Una “stangata” da 2 miliardi di euro circa, pari a circa 70 euro a famiglia, se divisi per i 26 milioni di nuclei familiari presenti sul territorio italiano, e con notevoli conseguenze anche sul trasporto merci e passeggeri.
La protesta degli autotrasportatori
Al momento siamo ancora nel campo delle ipotesi, ma l’idea del possibile aumento del prezzo del diesel ha mandato subito in fibrillazione gli autotrasportatori e le associazioni dei consumatori. “È iniziato l’autunno caldo dell’autotrasporto italiano – ha commentato il coordinamento unitario delle associazioni nazionali Unatras che, in rappresentanza della quasi totalità della categoria -, chiediamo a gran voce al ministro dei Trasporti Matteo Salvini di chiarire quali siano le reali intenzioni del governo, sul delicatissimo tema delle accise sul gasolio per autotrazione. Siamo contrari a misure che penalizzino una categoria già gravata da insostenibili costi di gestione. Convocheremo gli organi esecutivi per decidere come tutelare il comparto, non escludendo la proclamazione del fermo generale dei servizi”. La preoccupazione degli autotrasportatori nasce soprattutto dalla poca chiarezza e dal silenzio del governo: “Le uniche notizie sul tema si apprendono dalle fonti stampa e non vi è stata alcuna condivisione delle informazioni con le principali rappresentanze del settore”.
A poco sono servite le parole di Giorgetti, che ha aggiustato il tiro parlando di “graduale allineamento”, come sottolineato da Claudio Donati, segretario generale di Assotir: “Le sue precisazioni invece di tranquillizzare, hanno creato un allarme ancora maggiore”. Uno stato di preoccupazione generale in cui anche le associazioni dei consumatori, dal Codacons all’Unc, alzano la voce: ogni aumento dei listini potrebbe avere effetti “a cascata” sui consumi, ma anche uno sciopero potrebbe trasformarsi in un danno soltanto per i cittadini.