Meloni e le prove di dialogo con i giudici: “Serve un sano confronto”

10.02.2025
Meloni e le prove di dialogo con i giudici: "Serve un sano confronto"
Meloni e le prove di dialogo con i giudici: "Serve un sano confronto"

Dopo settimane di tensione e l’elezione di Cesare Parodi come presidente dell’Associazione nazionale magistrati, il governo prova a distendere i toni. In ballo c’è la riforma della giustizia

Prove di dialogo tra politica e magistratura, dopo settimane di tensione (prima per il caso Almasri, poi per la vicenda del procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi). Ieri Cesare Parodi, 62 anni, è stato eletto presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm). Parodi, esponente della corrente moderata “Magistratura indipendente”, ha subito chiesto un incontro con il governo: “Non possiamo rinunciare a nessuna strada per la difesa della magistratura”. Ha poi precisato che lo sciopero dei giudici contro la riforma della giustizia che la maggioranza sta portando avanti in Parlamento “ad oggi non è stato revocato”. Ma alla fine ha aggiunto: “Non veniamo meno alle nostre idee, ma ben venga il dialogo”.

Meloni: “Serve un sano confronto”

Dopo l’elezione del magistrato torinese, il governo prova a distendere i toni. La premier Giorgia Meloni, oltre agli auguri di buon lavoro, ha aperto subito a un incontro: “Accolgo con favore la richiesta di un incontro col governo che il presidente Parodi ha già avanzato e auspico che, da subito, si possa riprendere un sano confronto sui principali temi che riguardano l’amministrazione della giustizia nella nostra nazione, nel rispetto dell’autonomia della politica e della magistratura”.

“Non vogliamo una riforma contro i giudici”

Parole “dolci” verso i giudici sono arrivate anche da parte di Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: “Non abbiano la pretesa di ritenere di fare una legge perfetta, perché il miglioramento arriva anche dal confronto: io spero che questa contrapposizione si possa superare e confermo qui quanto detto a Roma all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Noi non vogliamo fare una riforma contro i magistrati ma una riforma per i cittadini”.

Chi è Cesare Parodi, nuovo presidente dell’Anm

Parodi, procuratore aggiunto di Torino, è stato eletto dal comitato direttivo centrale. Ha 62 anni e raccoglie così il testimone dell’ormai ex presidente, Giuseppe Santalucia. Il comitato ha poi eletto come segretario generale Rocco Maruotti (area democratica per la giustizia) e come vicepresidente del sindacato delle toghe Marcello De Chiara (Unicost). Il pm di Rimini, Stefano Celli (magistratura democratica) è stato nominato vicesegretario, mentre Giuseppe Tango (Magistratura indipendente) – dato inizialmente in pole per il ruolo di presidente – sarà coordinatore dell’ufficio sindacale.

Volto storico della magistratura inquirente torinese, Parodi ha indossato la toga nel 1990 e nell’anno successivo ha preso servizio nella sua città di origine, Torino, prima nella procura presso la pretura e poi, nel 1999, nella procura ordinaria presso il tribunale. Nel 2017 è diventato procuratore aggiunto con il compito di coordinare il pool “fasce deboli”, il gruppo di pm specializzato nel contrasto ai reati da codice rosso. Per quel che concerne l’associazionismo è legato, come detto, a Magistratura indipendente.

Le prime parole di Parodi e la riforma della giustizia

“Chiederò in tempi brevi un incontro con il governo. Non possiamo rinunciare a nessuna strada per la difesa della magistratura, è un momento delicato e non possiamo commettere errori”, ha sottolineato dopo l’elezione Parodi. “Condividiamo assolutamente ogni punto di questa battaglia. Noi siamo comunque un potere dello Stato, siamo cittadini che stanno portando avanti una battaglia per difendere la Costituzione su cui abbiamo giurato. Io credo che sia legittima almeno la nostra richiesta in tempi brevi”, ha aggiunto. E ancora: “Sappiamo che le leggi le fa il Parlamento, le decide il governo, ma come tutti gli altri cittadini possiamo dire la nostra e far valere le nostre ragioni”.

Un riferimento chiaro, questo, alla riforma della giustizia voluta dal governo e contestata da gran parte della magistratura associata, quanto anche allo sciopero indetto per il prossimo 27 febbraio. Che resta confermato, nonostante l’idea secondo cui con i nuovi vertici lo scontro sulla riforma fosse archiviato. “Lo sciopero è stato deliberato – ha spiegato ancora Parodi subito dopo l’elezione -, oggi non è stato revocato. Tutto ciò che accadrà nei prossimi giorni sarà condiviso con la giunta, sicuramente non è stato revocato”.

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