Perché gli europei sono sempre più razzisti

26.09.2024
Perché gli europei sono sempre più razzisti
Perché gli europei sono sempre più razzisti

L’identità europea sempre più etnocentrica e xenofoba, e questo spaventa le minoranze. Lo sostiene ‘Welcome to Barbieland’, un rapporto del Consiglio Europeo per le Relazioni Estere che rompe la percezione idilliaca di un’Ue come mondo delle bambole

Gli europei hanno una visione della propria identità sempre più etnica, chiusa e xenofoba. È questa la sentenza che arriva dal rapporto “Welcome to Barbieland”, pubblicato dal Consiglio Europeo per le Relazioni Estere (Ecfr) e dalla Fondazione Culturale Europea (Ecf) che mette in allerta l’Unione su un cambiamento di prospettiva in grado di minare i principi di inclusione e uguaglianza che stanno alla base del blocco.

Come Barbie nella pellicola di Greta Gerwing abbandona l’utopica visione di un mondo rosa e perfetto, così l’autore dello studio Pawel Zerka, senior fellow dell’Ecfr, cerca di dare una scossa ai promotori dell’europeismo. “Nelle ultime settimane, Mario Draghi ha dominato la conversazione a Bruxelles richiamando l’attenzione sulla necessità di rilanciare l’economia europea, che sta perdendo il suo vantaggio competitivo. Ma se l’economia è il motore dell’Ue, allora il ‘sentimento europeo’ dovrebbe essere riconosciuto come il suo carburante. E ciò che sta accadendo ultimamente al sentimento europeo richiede molta attenzione. Altrimenti, rischiamo di rimanere senza carburante, o di andare avanti con carburante sporco”. 

Grande sfida per il progetto europeo

Il rapporto evidenzia tre principali “punti cechi” all’interno dell’Unione europea: la predominanza di “bianchezza” nella politica dell’Ue, il limitato coinvolgimento dei giovani e un fioco pro-europeismo in Europa centrale e orientale. La combinazione di questi fattori potrebbe erodere o alterare profondamente il sentimento di appartenenza europea.

Il documento sottolinea che, nonostante un’alta affluenza alle elezioni del Parlamento europeo del 2024 e il sostegno della maggioranza dei governi nazionali all’Ue, cresce il numero di persone che si sentono “escluse”, “disilluse” o “disinteressate”. In particolare, ciò riguarda le persone di colore, i musulmani e gli abitanti dell’Europa centrale e orientale, ma anche i giovani che vedono l’Ue come “troppo bianca”, “troppo occidentale” o “troppo legata ai boomer”.

Il rapporto osserva anche che la retorica xenofoba è aumentata notevolmente dopo l’attacco di Hamas a Israele del sette ottobre, con molti musulmani che si sentono alienati dal sostegno dei governi europei a Israele. Le vittorie elettorali dei partiti di estrema destra in Paesi come Francia, Italia, Belgio, Austria e Ungheria, così come i loro successi in Germania e nei Paesi Bassi, hanno dato impulso a un significativo aumento dei discorsi anti-immigrazione. Il rapporto menziona, l’utilizzo di stereotipi anti-musulmani da parte di partiti come l’Afd e la Lega di Matteo Salvini. Questa situazione contribuirebbe alla progressiva normalizzazione di una “visione xenofoba” nel discorso pubblico.

Un difetto di rappresentanza

Zerka evidenzia anche la “limitata diversità all’interno delle istituzioni europee”, con solo il 3 per cento degli eurodeputati provenienti da minoranze razziali ed etniche, a fronte del 10 per cento della popolazione dell’Ue. Zerka ha messo in guardia sul calo dell’entusiasmo pro-europeo nell’Europa centrale e orientale, evidenziando che in sette degli undici paesi della regione l’affluenza alle elezioni è scesa sotto il 40 per cento.

Sempre secondo il senior fellow dell’Ecfr, questa tendenza è sintomo di una crescente frustrazione, soprattutto tra i giovani, che tendenzialmente più pro-europei e tolleranti rispetto alle generazioni più anziane, si sentono poco rappresentati dalle forze politiche tradizionali, spesso considerate “partiti dei boomer”. Questa percezione di “mancanza di voce” potrebbe spingere i giovani a disimpegnarsi o addirittura ad allontanarsi dall’Unione europea. 

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