Tasse, con la manovra 2.0 niente aumenti per il 70% degli umbri e riduzioni per quasi uno su due

10.04.2025
Tasse, con la manovra 2.0 niente aumenti per il 70% degli umbri e riduzioni per quasi uno su due
Tasse, con la manovra 2.0 niente aumenti per il 70% degli umbri e riduzioni per quasi uno su due

Ecco il maxi emendamento al disegno di legge della giunta che sarà votato giovedì in consiglio. Le simulazioni per le diverse fasce di reddito

Con la manovra 2.0 per il 70 per cento dei contribuenti umbri non ci sarà alcun aumento delle tasse, mentre la metà pagherà qualcosa in meno. La giunta regionale ha voluto spiegarlo mercoledì alla stampa e ai capigruppo di maggioranza a Palazzo Donini durante quello che la presidente Stefania Proietti e il resto della giunta hanno chiamato «un momento di lavoro». 

I numeri I calcoli sono stati fatti sulla base del maxi emendamento che, giovedì, arriverà in consiglio per il via libera definitivo; maxi emendamento che modifica la prima versione della manovra (approvata prima dalla giunta e poi in commissione), recependo quanto emerso durante gli incontri con le parti sociali. Partendo dalle addizionali Irpef, per quanto riguarda il triennio 2025-2027 chi guadagna fino a 28mila euro non pagherà nulla in più, mentre per quanto riguarda la fascia tra 28mila e 50mila all’aliquota base dell’1,23 per cento sarà aggiunto l’1,89 per cento, che sale al 2,1 per chi guadagna sopra i 50mila euro.

Cosa cambia Guardando ai dati 2022, nella fascia fino ai 15mila euro ci sono 118.684 umbri, mentre in quella da 15mila a 28mila 228.624; tenendo conto che i contribuenti ai fini dell’addizionale sono 493mila, il 70 per cento degli umbri non sarà toccato dalla nuova manovra. Fra i 28mila e i 50mila euro ci sono invece 113mila persone mentre oltre i 50mila 32mila. Il maggiore gettito Irpef è stimato in 52 milioni, mentre per quanto riguarda l’Irap viene confermato il mini “sconto” sull’aumento (in vigore dal 2026), che passa dallo 0,5 allo 0,4 per cento, per un gettito stimato di 14 milioni. Via libera inoltre anche alla cancellazione del 10 per cento in più per il bollo auto. Introdotto poi uno sgravio fiscale di 150 euro sull’Irpef (che sarà automatico) per chi guadagna intorno ai 30mila euro. «Sgravio – ha rivendicato la giunta – che è il più alto in Italia. Senza contare che andremo ad abbassare quella tassa occulta pagata dai cittadini per la sanità privata».

Le simulazioni Secondo i conti della giunta quindi alla fine il 46 per cento dei contribuenti pagherà qualcosa in meno. Qualche esempio: chi guadagna 20mila euro ne pagherà 20 in meno, che salgono a 39 per chi ne dichiara 25mila e a 51 per chi ne guadagna 28mila; da 30mila a 50mila invece gli aumenti vanno da 196 a 574 euro. Quello che succederà dal 2028 non è chiaro. Di sicuro i bilanci come in tutti gli enti sono triennali e il governo, entro la fine della legislatura, ha come obiettivo quello di una riforma fiscale strutturale, che potrebbe ridurre o superare il sistema degli scaglioni di reddito. Insomma, per ora la certezza è il triennio 2025-2027, e dal 2028 si vedrà.

I soldi A cosa serviranno le risorse in più? Per quanto riguarda il 2025 34,2 milioni serviranno a ripianare il disavanzo della sanità, 12,8 sono relativi alla prima delle tre “rate” del ripiano relativo al fondo di dotazione delle aziende; 5 milioni sono invece iscritti alla voce «Altri fondi». Per il resto del triennio bisognerà fare i conti con i disavanzi annuali della sanità (che la giunta spera si ridurranno), con la quota premiale del fondo sanitario che passerà da 33 a 17 milioni, con i tagli del governo da 16,5 milioni per il 2026 e altrettanti nel 2027 e anche con i 14 milioni che servono a far funzionare l’Arpa: Agenzia che, come ricordato dalla Corte dei conti che mesi fa non ha parificato il bilancio della Regione, non può essere più finanziata con il fondo sanitario.

Spending review Mercoledì oltre al maxi emendamento la giunta ha varato anche l’avvio di una spending review che, secondo i programmi, dovrà portare entro l’estate a una «riorganizzazione e revisione della spesa in Regione – ha detto l’assessore al Bilancio Tommaso Bori – e nelle partecipate». I risparmi e il gettito della manovra libero da vincoli confluiranno in quello che è stato chiamato un «fondo taglia tasse», alimentato anche dalle alienazioni del patrimonio: l’impegno della giunta è quello di confrontarsi con tutte le parti sociali con cadenza trimestrale per decidere come impiegare i fondi. La giunta ha parlato di temi come la sicurezza sul lavoro, la sistemazione delle case popolari e così via, ma anche della possibilità che il fondo alimenti un taglio delle tasse. Nel maxi emendamento si parla anche anche di lotta alla povertà, trasporti pubblici (si pensi alla diminuzione del peso degli abbonamenti scolastici), interventi in ambito sociale e educativo, sviluppo economico, politiche del lavoro, ambiente e cofinanziamento dei programmi comunitari. «In caso – ha commentato velenoso Thomas De Luca – metteremo risorse per lavoro e case popolari, non per il tartufo».

Equità Insomma, la manovra serve anche per recuperare un minimo di agibilità di bilancio riguardo a diverse tematiche, ma questo è un punto che Palazzo Donini ha la colpa di non aver spiegato in modo chiaro fin dal primo momento sul piano politico e mediatico, centrando invece tutta la comunicazione sul tema del disavanzo della sanità. Proietti alla stampa ha comunque parlato di una manovra «di equità fiscale» e alla quale la Regione è stata costretta; punto sul quale in realtà c’è più di un dubbio: se il tema era quello del disavanzo, la Regione avrebbe potuto concordare un piano di rientro. L’impegno è ora quello di arrivare finalmente a dare vita a un nuovo Piano sanitario (la volontà è di portarlo in aula entro l’anno), stringendo le maglie dei controlli sui conti della sanità con una cabina di regia ad hoc e recuperando risorse cercando di ridurre i costi della mobilità passiva. C’è poi il grande tema delle liste d’attesa: «Prima di Pasqua – ha detto Proietti – ci sarà un annuncio sulla riapertura dei percorsi di tutela».

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