Eliminare 100 o più missili, come Israele ha fatto, ha un costo che si aggira attorno a centinaia di milioni di dollari
L’Iran ha reagito all’assassinio del capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah e all’invasione israeliana via terra del Libano, lanciando un attacco missilistico contro lo Stato ebraico. In un’ora, su Israele sono piovuti 180 missili balistici ad alta velocità e persino il nuovo missile ipersonico Fattah-1, che ha una gittata molto ampia, di circa 1.400 km. I vettori iraniani non hanno causato alcuna vittima in Israele e solo un morto in Cisgiordania. I danni sono stati limitati. Israele conta infatti su un sistema di difesa aereo molto sofisticato.
La risposta di Israele con il suo sofisticato sistema di difesa
Gran parte dei missili iraniani sono stati distrutti dal sistema di difesa aereo israeliano. Arrestare i missili balistici in volo è il compito dei sistemi israeliani Arrow 2 e Arrow 3, sviluppati congiuntamente con gli Stati Uniti, che sono supportati dal David’s Sling per colpire i vettori a medio raggio. Secondo il Missile Threat Project del Center for Strategic and International Studies di Washington, il David’s Sling (letteralmente Fionda di Davide), un progetto congiunto del sistema di difesa avanzato RAFAEL di Israele e del gigante della difesa statunitense Raytheon, utilizza gli intercettori cinetici hit-to-kill Stunner e SkyCeptor in grado di eliminare obiettivi fino a 300 chilometri di distanza.
Sopra di esso, appunto, operano gli Arrow 2 e Arrow 3. Secondo il CSIS, l’Arrow 2 utilizza testate a frammentazione per distruggere i missili balistici che viaggiano ad altitudini superiori a quelle dell’atmosfera terrestre. Questi, quindi, si fanno esplodere in prossimità del vettore da eliminare. L’Arrow 3 è invece un missile hit-to-kill, in grado quindi di distruggere i missili balistici con la sola forza dell’impatto.
Il più noto Iron Dome è usato per intercettazioni a corto raggio, spesso di razzi lanciati da Hamas da Gaza. Il sistema di difesa aerea ha intercettato migliaia di razzi da quando è entrato in funzione nel 2011, fornendo al Paese una copertura cruciale durante i periodi di conflitto. Israele ha inizialmente sviluppato l’Iron Dome da solo dopo la guerra del Libano del 2006, e successivamente è stato affiancato dagli Stati Uniti, che hanno fornito il loro know-how di difesa e miliardi di dollari di sostegno finanziario al programma.
L’Iron Dome è progettato per intercettare razzi a corto raggio a una distanza massima di 70 chilometri. Ogni batteria è composta da tre sezioni principali: un sistema di rilevamento radar, un computer che calcola la traiettoria del razzo in arrivo e un lanciatore che spara intercettori se si ritiene che il razzo possa colpire un centro abitato o un’area strategica.
I missili usati per la difesa israeliana hanno un costo elevato. Ad aprile, un ex consulente finanziario del capo di stato maggiore dell’IDF ha detto che ogni singolo missile Arrow costa 3,5 milioni di dollari, mentre gli intercettori David’s Sling hanno un prezzo che si aggira attorno al milione di dollari. Ogni intercettore Iron Dome, invece, costa dai 40mila ai 50mila dollari per essere prodotto. Eliminare 100 o più missili, come ieri Israele ha fatto, ha un costo che si aggira attorno a centinaia di milioni di dollari.
Quali sono i missili lanciati dall’Iran
Per l’attacco di ieri contro Israele, l’Iran ha schierato parte del suo arsenale militare. Secondo un rapporto del 2021 del Missile Threat Project presso il Center for Strategic and International Studies (CSIS), Teheran dispone di migliaia di missili balistici e da crociera con diverse gittata. Si stima che la Repubblica islamica abbia un arsenale di circa 3mila missili balistici: il calcolo della scorta iraniana è stato effettuato dagli Stati Uniti due anni e mezzo fa, quindi il numero dei vettori ora a disposizione di Teheran potrebbe essere aumentato. Con ogni probabilità, la Repubblica islamica ha voluto conservare la stragrande maggioranza del suo stock nel caso in cui il conflitto con Israele si trasformasse ulteriormente in una guerra.
Teheran ha lanciato verso il territorio israeliano i missili Emad e Ghadr, entrambi in grado di raggiungere lo Stato ebraico in 12 minuti. Si tratta di una delle armi più temibili dell’arsenale iraniano. L’Emad, è dotato di una testata guidata Marv (veicolo manovrabile di rientro), capace di improvvisi cambi di rotta anche una volta rientrata in atmosfera e di un sistema di guida preciso, ha una testata di 750 kg.
I media iraniani hanno riferito che Teheran ha utilizzato un nuovo missile, il Fattah-1, negli attacchi contro Israele. Teheran descrive il Fattah-1 come un missile “ipersonico”, ovvero che viaggia a Mach 5, ovvero cinque volte la velocità del suono, circa 6.100 chilometri orari. Stando a questi numeri, il missile Fattah lanciato dall’Iran ha raggiunto Israele in soli 7 minuti, lasciando pochissimo tempo all’esercito israeliano per individuare la minaccia e predisporre la difesa. Un’arma già spaventosa, ma che potrebbe diventarlo ancora di più: questi missili sono predisposti per essere armati con testate nucleari se Teheran dovesse proseguire lo sviluppo del proprio programma atomico.