Dopo il comandante James Cutfield sale a tre il numero di indagati per il naufragio del veliero: si tratta di Tim Parker Eaton e Matthew Griffith. Al primo i magistrati contestano di non aver attivato i sistemi di sicurezza che avrebbero dovuto chiudere i portelloni
Si allarga l’inchiesta sul naufragio del veliero Bayesian. Anche l’ufficiale di macchine Tim Parker Eaton, 56enne inglese, e il marinaio di turno in plancia, Matthew Griffith, sono finiti nel registro degli indagati dopo il comandante James Cutfield, 51 anni, che nel primo interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere. Le ipotesi di reato sono quelle di omicidio colposo plurimo e naufragio colposo. All’ufficiale Parker Eaton i magistrati contestano di non aver attivato i sistemi di sicurezza deputati a chiudere i portelloni dell’imbarcazione. Una “dimenticanza” che sarebbe stata all’origine dell’allagamento della sala macchine. Da lì il black-out che non avrebbe permesso di azionare i motori per reagire alla tempesta che ha colpito il veliero a 400 metri dal porto di Porticello causandone il rapido affondamento. Il sospetto su Griffiths è invece che non abbia dato l’allarme tempestivo sull’arrivo della tempesta, non facendo scattare i meccanismi necessari a evitare il disastro.
Gli altri membri dell’equipaggio a rischio
L’elenco degli indagati potrebbe allungarsi ulteriormente nelle prossime ore: a rischiare è infatti anche il primo ufficiale Tijs Koopmans. Dovrebbero intanto iniziare al Policlinico di Palermo le autopsie delle sette vittime: sei passeggeri, tra cui il tycoon Mike Lynch e la figlia Hannah di 18 anni, e il cuoco Thomas Recaldo, 59 anni di Antigua, unico membro dello staff che non è riuscito a salvarsi. Quindici invece i sopravvissuti: nove membri dell’equipaggio e sei passeggeri, tra cui Angela Barcares, moglie del magnate britannico morto con la figlia e titolare della società cui sarebbe intestato lo yacht.
L’interrogatorio del comandante
Ascoltato dagli inquirenti nella sala congressi dell’hotel Domina dove i membri dell’equipaggio si trovano dal giorno del naufragio, il comandante Cutfield non ha risposto alle domande. Una scelta, ha spiegato il legale Giovanni Rizzuti, dettata dalla necessità di acquisire maggiori elementi prima di stabilire una linea difensiva. “Il comandante si è avvalso della facoltà di non rispondere per due fondamentali ragioni. Una che è molto provato. La seconda che noi siamo stati nominati ieri e per articolare una linea difensiva compiuta e completa e corretta abbiamo bisogno di acquisire una serie di dati che al momento non possediamo”.