Netanyahu: «Con l’aiuto di Dio, tutti gli ostaggi saranno riportati a casa»

09.10.2025 01:45
Netanyahu: «Con l'aiuto di Dio, tutti gli ostaggi saranno riportati a casa»

Accordo Cruciale Tra Israele e Hamas: La Fine di Due Anni di Guerra

GERUSALEMME – A Sharm El Sheikh, si sono registrati incontri tra i mediatori, mentre alla Casa Bianca si attendeva il momento decisivo: il segretario di Stato, Marc Rubio, ha consegnato un messaggio al presidente Donald Trump: «Devi essere il primo a dare l’annuncio». L’accordo stipulato, che mette fine a 733 giorni di conflitto, dovrebbe essere formalizzato e implementato oggi a mezzogiorno, ora egiziana. Trump, pronto a recarsi al Cairo tra sabato e domenica, ha dichiarato: «Voglio andare a Gaza». Lo statunitense ha successivamente confermato via social che Israele e Hamas hanno accettato i termini, segnando un «primo passo verso una pace durevole», un momento di grande significato per le famiglie degli ostaggi, in particolare per i 20, dei 48 ancora detenuti a Gaza, che si prevede verranno liberati sabato, riporta Attuale.

Sulla costa del Mar Rosso, i delegati americani, tra cui Steve Witkoff e Jared Kushner, hanno passato la giornata a negoziare con le delegazioni presenti, facendo pressione affinché accettassero il piano di Trump. Sebbene vi siano ancora dettagli da definire, Netanyahu ha distinto tra «prima fase» e i confronti successivi. Il piano è concepito per risolvere il conflitto, il premier israeliano essendo consapevole delle promesse fatte ai suoi alleati. «Faremo tutto il possibile perché non riprendano le operazioni militari», ha affermato Trump.

Le fonti israeliane dell’Haaretz segnalano che la mappa dell’accordo è stata modificata, prevedendo il ritiro delle forze israeliane dalle città più grandi, mantenendo solo una presenza a Rafah. Tuttavia, i vertici di Hamas richiedono un ritiro completo. Un punto di controversia rimane la questione dei detenuti palestinesi: Hamas ha presentato una lista, mentre i negoziatori israeliani della sicurezza hanno formulato una controproposta. I palestinesi richiedono la liberazione di Marwan Barghouti e Ahmad Saadat, figure di spicco della seconda intifada, condannate a lunghe pene detentive. Barghouti è visto come un simbolo della resistenza e un possibile successore del presidente Abu Mazen.

In aggiunta, le richieste includono il rilascio dei terroristi implicati nei massacri del 7 ottobre e la restituzione dei corpi di Yahya Sinwar e di suo fratello Mohammed, considerati artefici del sanguinoso attacco che ha portato alla morte di 1200 persone nel sud di Israele.

Un’informativa da una fonte al New York Times suggerisce che Hamas sarebbe disposto a un disarmo parziale, mantenendo armi leggere per proteggere la propria posizione contro le potenziali rappresaglie interne. Questo comporta una crescente preoccupazione per le conseguenze della devastazione che il conflitto ha inflitto sulla Striscia, con 67 mila vittime e territori ridotti in macerie.

Le famiglie degli ostaggi esprimono emozione e gratitudine verso Trump, raccomandato per il Nobel per la pace, anche dal critico Thomas Friedman. I parenti hanno condiviso un video risalente a novembre 2023, mostrando Bipin Joshi, un giovane nepalese rapito durante la sua formazione in agricoltura nel kibbutz di Alumim.

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