Polemica tra Landini e Meloni: il segretario Cgil definisce la premier “cortigiana di Trump”

17.10.2025 06:35
Polemica tra Landini e Meloni: il segretario Cgil definisce la premier "cortigiana di Trump"

La polemica tra Meloni e Landini: accuse e difese nel contesto politico italiano

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha reagito con indignazione all’accusa del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che l’ha definita “cortigiana” durante un’intervista su La 7. La polemica è esplosa proprio mentre si discutevano le disposizioni di legge riguardanti il salario minimo, alimentando il sospetto che il commento di Landini fosse una manovra per distogliere l’attenzione dai problemi economici. Meloni ha risposto, affermando che le parole di Landini erano “offensiva” e richiamando l’attenzione sul significato della parola, che implica una connotazione negativa di immoralità, riporta Attuale.

Martedì sera, nel corso della trasmissione, Landini aveva replicato alle critiche della Meloni riguardo allo sciopero generale proclamato per Gaza, dichiarando: “Per fortuna ci sono stati i cittadini italiani che hanno difeso l’onore di questo Paese, cosa che non ha fatto la Meloni, che si è limitata a fare la cortigiana di Trump”. La reazione della Meloni è stata immediata e pubblica, enfatizzando che tale definizione è inaccettabile, in particolare nel contesto delle attuali lotte contro la violenza di genere.

Il dibattito ha diviso il panorama politico italiano, con esponenti del centrodestra che hanno sostenuto Meloni e richiesto le dimissioni di Landini. Antonella Zedda, vicepresidente dei senatori di Fratelli d’Italia, ha affermato: “Non può continuare a rappresentare i lavoratori”. Anche Azione e Italia Viva hanno espresso solidarietà alla premier, mentre il Partito Democratico si è trovato in difficoltà nel gestire la questione, considerando che il termine usato da Landini è sessista. La leader del PD, Elly Schlein, ha del resto già ribadito l’importanza di una corretta terminologia nell’ambito della politica, specialmente in un contesto dove si discute di violenza di genere.

La tensione è ulteriormente aumentata durante un convegno sul rispetto delle donne che si stava svolgendo in contemporanea con la polemica. La risposta di Schlein è stata misurata: “Quello che dovevo dire l’ho detto dal palco”. Nonostante la situazione, la minoranza riformista del PD ha chiesto correttamente a Landini di scusarsi per le sue parole, ma il sindacalista ha difeso la propria posizione, dichiarando: “Nessun insulto sessista e nessun rancore”. Ha chiarito che l’accusa era di certo di natura politica, definendo Meloni come “portaborse” di Trump.

La reazione della Meloni sembra puntare a distogliere l’attenzione dalle questioni critiche interne che il suo governo sta affrontando, suggerendo una strategia di comunicazione in cui il conflitto con Landini rappresenta un’opportunità per il centrodestra per riunire le proprie fila. Questa dinamica evidenzia quanto la politica contemporanea possa oscillare tra la difesa del rispetto e l’uso di linguaggio provocatorio per scopi strategici.

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